Sessuofobia, Omofobia e Matrimonio Gay
La sessuofobia è la paura esagerata della sessualità, che si esprime in presenza di qualsiasi stimolo sessuale proveniente dall’ambiente. Nel DSM (manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) essa è catalogata nei “disturbi del desiderio”, precisamente come “disturbo da avversione sessuale”. Chi ha una fobia di tipo sessuale rifiuta ogni legame, comportamento, immagine, attività, legata al sesso ed in presenza di stimoli a carattere sessuale può provare intense sensazioni di vergogna, di disgusto, di paura. Il sessuofobo tende in genere a sottrarsi a questi stimoli disturbanti, sviluppando meccanismi difensivi di evitamento sociale ed aggressività.
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E’ così che una fobia sessuale può finire per diventare una fobia sociale: nelle forme più gravi infatti i soggetti tendono ad evitare qualsiasi rapporto sociale che li metta in contatto con le proprie paure irrazionali.
Le fobie sessuali sono spesso diverse fra i due sessi: in un uomo potrebbe esservi, ad esempio, l’avversione verso alcune parti del corpo femminile, come la vagina, le secrezioni vaginali, i peli pubici, ecc., mentre le fobie sessuali femminili riguardano in genere la penetrazione, il rapporto orale, il rapporto anale, la masturbazione, baci, carezze e nudità.
La sessuofobia scaturisce da esperienze traumatiche dell’infanzia, ma anche da pensieri irrazionali, aspettative irrealistiche, educazione molto rigida, ecc. Il disturbo può essere causato anche da sensi di colpa legati alla paura inconscia di provare piacere.
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E l’ “omofobia“? Va considerata, dal punto di vista clinico e diagnostico, come una “sessuofobia”? La risposta è no, per un motivo molto semplice: l’omofobia non è classificata nel manuale diagnostico e statistico degli psichiatri (DSM) e neanche nell’ICD (International Classification of Disease, l’elenco delle patologie stilato dall’OMS): per questo non può essere considerata una vera e propria patologia (come invece era l’omosessualità, prima che venisse derubricata, nel 1973 dal DSM e nel 1991 dall’ICD)
Il termine “omofobia” non ha dunque valenze clinico-diagnostiche, ma è comunque molto usato in quanto serve per spiegare un forte fenomeno sociale discriminatorio, dovuto alla paura degli omosessuali. Non sono classificate come “patologiche” molte paure sociali, seppure molto intense e a volte discretamente diffuse, come quelle per i vampiri, gli zombie, i lupi mannari, gli stranieri, gli zingari, Satana, ecc., eppure ciascuna di queste paure può essere in grado di sviluppare in chi le prova veri e propri stati di panico e sensazioni altamente ansiogene di una possibile catastrofe imminente.
Il costrutto di ‘”omofobia” è stato definito da diversi autori, fra i quali Morin e Garfinkle (1978), che ne parlano come di una: “paura irrazionale, di matrice culturale, che supporta gli stereotipi negativi riguardo alle persone gay”.
Che la paura nei confronti degli omosessuali sia molto potente e diffusa lo vediamo in particolare quando ci si trova a parlare di matrimonio gay: un argomento che divide moltissimo e che determina spesso separazioni nette, invalicabili, dovute a prese di posizione intolleranti e intransigenti.
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Molti ricorderanno ad esempio quando, nel 1977, la famosa cantante americana e attivista conservatrice, Anita Bryant, creò grande scompiglio con l’affermazione:
“se concediamo i diritti ai gay, più avanti saremo costretti a concederli anche alle prostitute, alle persone che dormono con i San Bernardo e a chi si mangia le unghie.”
E che dire di quel Buster Wilson, dell’Associazione della Famiglia Americana (AFA), il quale l’anno scorso fece scalpore, dichiarando, a proposito dei matrimoni gay, che andando avanti di questo passo, si arriverà un giorno alla legalizzazione del matrimonio poliamore, fino a quando a qualcuno non verrà in mente di sposare la sua casa, la sua macchina, o il suo cane?
Ragionamenti molto simili sono di grande attualità oggi in Francia, dove il governo, presieduto da François Hollande, ha varato il disegno di legge che estende l’istituto del matrimonio anche alle coppie dello stesso sesso. Il disegno di legge prevede la possibilità per le coppie gay di accedere alle adozioni, dopo aver contratto matrimonio. Nel 2013 il Parlamento francese dovrà esprimersi per la sua definitiva approvazione.
L ‘arcivescovo di Lione, il cardinale Philippe Barbarin, qualche mese fa ha sostenuto che i matrimoni fra persone dello stesso sesso portano alla poligamia e all’incesto e che il matrimonio gay sarebbe un “danno alla società, con “innumerevoli conseguenze”. Secondo Barbarin, i gay “vorranno delle unioni con tre o quattro persone e dopo questo magari cadrà anche il tabù dell’incesto”.
Dichiarazioni simili, in area cattolica, le ha fatte anche André Vint-Trois, presidente della Conferenza Episcopale francese, il quale ha parlato di:
“Una soperchieria… Il matrimonio per qualcuno imposto a tutti”.
I vescovi francesi si dicono invece interessati a salvaguardare l’ordine familiare inamovibile, creato dal Signore e la santa istituzione del matrimonio. Come dice ancora il cardinale Vint-Trois, è fondamentale:
“difendere il diritto dei bambini a costruire la propria personalità facendo riferimento all’uomo e alla donna che hanno donato loro la vita, riconoscendo ciò che è espresso dai costumi e dalla saggezza di tutti i popoli, da che mondo è mondo e che anche gli scienziati moderni confermano”
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Sempre in Francia, Serge Dassaut, senatore di destra e anziano (da rottamare?) proprietario del giornale conservatore Figaro si è unito al coro :
“Décadence totale, bien sûr”
ha dichiarato in una intervista ad un programma radiofonico di France Culture aggiungendo che “Avremo un Paese di omosessuali. E così fra dieci anni non ci saranno più persone. E’ stupido!» E ancora: «Guardate alla storia, alla Grecia: l’omosessualità fu una delle ragioni della sua decadenza », dimenticando forse che Socrate e Platone, dal cui pensiero deriva tutta la cultura occidentale, erano entrambi omosessuali.
La paura omofoba che il matrimonio gay possa aprire la strada a qualsiasi perversione è condivisa in Francia anche da altre fedi religiose. In un lungo articolo pubblicato sul sito dell’Unione delle Organizzazioni Islamiche di Francia qualche giorno fa ci si chiedeva :
“Chi potrà delegittimare la zoofilia e la poliandria in nome del sacrosanto amore? Non stiamo forse seguendo un percorso in cui il principio di uguaglianza non viene più definito da limiti e norme comuni, ma da percezioni personali, che possono anche essere emotive ed egoiste ?”
Se si ama, sostengono infatti gli islamici francesi, si può amare anche una capra, un asino o un alano… Il timore dunque è che una forma “snaturata” di amore potrebbe condurre l’umanità verso l’abisso, facendo scivolare sempre più in basso la morale sessuale.
Tornando dunque ai discorsi iniziali, se una fobia in senso tradizionale può essere compresa e guarita in ambito psicoterapeutico, è molto più difficile trattarla quando essa nasce in ambito sociale e per di più non viene neanche riconosciuta come tale.
Come suggeriscono molti autori, in questo caso non sarebbe più neanche logico parlare di omo-fobia, ma di omo-negatività (Lingiardi, 2007), visto che la discriminazione antiomosessuale non assume la forma clinica di una fobia ma è invece riconducibile a un atteggiamento cognitivo e relazionale nei confronti di un gruppo minoritario e deviante, da combattere con lo stigma sociale e con il mancato riconoscimento dei più elementari diritti, come ad esempio quello di sposarsi (e di costruirsi una famiglia).
Dr. Giuliana Proietti
Immagine:
Pexels
Dr. Giuliana Proietti
Una presentazione sull'orgasmo femminile
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
ANCONA FABRIANO CIVITANOVA MARCHE TERNI e ONLINE
● Attività libero professionale, prevalentemente online
● Saggista e Blogger
● Collaborazioni professionali ed elaborazione di test per quotidiani e periodici a diffusione nazionale
● Conduzione seminari di sviluppo personale
● Attività di formazione ed alta formazione presso Enti privati e pubblici
● Co-fondatrice dei Siti www.psicolinea.it, www.clinicadellacoppia.it, www.clinicadellatimidezza.it e delle attività loro collegate, sul trattamento dell’ansia, della timidezza e delle fobie sociali e del loro legame con la sessualità.
Sito personale: www.giulianaproietti.it