Pornoattori col condom
In California, contea di Los Angeles, i cittadini sono stati chiamati alle urne non solo per scegliere il prossimo Presidente degli Stati Uniti, ma anche per rispondere ad un singolare quesito referendario: devono gli attori del porno usare il preservativo mentre lavorano? E la risposta è stata “si” (così si sono espressi il 55,9% dei votanti, influenzati probabilmente da una recente epidemia di sifilide nella zona).
Va detto che Los Angeles è una città che ha molto a che fare con il porno: molte industrie del settore sono infatti localizzate nella San Fernando Valley, a Nord della città californiana. Qui lavorano e producono le maggiori industrie della pornografia, come la Vivid Entertainment e la Wicked Pictures ed è qui che viene prodotto il 95% dei film porno americani. Dopo l’esito del referendum dunque, tutto il “porno biz’ di Los Angeles è ora in grande subbuglio, dal momento che le major del settore minacciano di spostare il loro core-business da un’altra parte (ad esempio a Las Vegas), se verranno attuate le scelte di salute sessuale per i pornoattori, che hanno voluto gli elettori.
A26/A5
La cosa è preoccupante, perché l’industria del porno non è solo una delle tante curiosità, nel variegato mondo di L.A., ma anche una fiorente industria, capace di offrire preziosi posti di lavoro (attualmente sono impiegati nel settore circa 10.000 addetti) e sostanziose entrate per l’Erario (si stima un miliardo di dollari l’anno).
La così detta “misura B” impone agli attori di indossare un preservativo sul set e ai produttori di procurarsi un permesso di “salute pubblica” dalle autorità sanitarie della contea. Queste dovranno, a loro volta, effettuare ispezioni regolari, senza preavviso, nei locali dove si girano i film pornografici.
Il problema principale dei produttori è che essi temono un crollo delle vendite: come la prenderanno i consumatori? Potranno ugualmente eccitarsi vedendo le pornostar alle prese con il condom ? La Vivid Entertainment non ha dubbi in proposito, visto che qualche anno fa ha già provato ad introdurre il profilattico in alcune produzioni, ottenendo un immediato calo delle vendite, del 30%.
L’industria del porno ha dunque deciso di dare battaglia alla “misura B”: del resto i porno-produttori sono convinti che, più del lattice, in questo settore, possano i controlli clinici. Essi affermano infatti di imporre già da tempo ai loro attori di sottoporsi ad esami medici ogni 14 o 28 giorni ed assicurano che per loro lavorano solo attori che risultano completamente sani. Per questo, con un gioco di parole, un esponente dell’industria del porno ha concluso che questa misura B non sembra affatto “la soluzione di un problema ”, ma piuttosto “una soluzione in cerca del problema”.
Sorprendentemente, anche gli attori non sembrano entusiasti della misura B: c’è ad esempio chi dice che fare sesso con il preservativo potrebbe essere più doloroso, anche con l’eventuale aggiunta di un lubrificante , perché quando si è sul set e “si lavora” per l’intera giornata, il preservativo potrebbe alla fine rivelarsi abrasivo e causare delle piccole ferite, peggiorando così la situazione.
TERAPIE SESSUALI - CLINICA DELLA COPPIA
Ancona, Civitanova Marche, Fabriano, Terni, Online
CONTATTI
Il Dr. Jeffrey Klausner tuttavia, docente di malattie infettive presso l’Università della California di Los Angeles, ha affermato in una conferenza stampa che recenti indagini e studi hanno dimostrato che gli attori porno hanno da 8 a 15 probabilità in più di contrarre una malattia a trasmissione sessuale rispetto a chiunque altro. Il medico ha anche detto che i controlli medici non sono affatto sufficienti per prevenire le malattie a trasmissione sessuale, perché essi non individuano ad esempio l’herpes simplex, così come la clamidia o la gonorrea nella gola e nell’ano.
Va detto che il genere porno non ha finalità artistiche o scientifiche: dobbiamo ammettere che il suo unico scopo è quello di provocare eccitazione sessuale, svuotando la mente del consumatore da qualsiasi pensiero, così come del resto potrebbe fare qualsiasi altra droga. Se venisse percepito come un genere “educational” non vi è dubbio che perderebbe, per molti suoi consumatori, tutto il suo appeal trasgressivo, e oltre tutto non avrebbe più quella funzione di scaccia pensieri che gli è propria, se le immagini visualizzate si associassero automaticamente alla paura delle malattie, rappresentata simbolicamente dal condom.
Le associazioni mentali, gli atteggiamenti, le abitudini, i pregiudizi, possono tuttavia essere modificati con relativa facilità, specie se c’è in ballo un problema serio di salute pubblica, che riguarda certamente gli attori, ma anche i consumatori, i quali sarebbero fortemente incoraggiati all’utilizzo del profilattico, seguendo l’esempio delle pornostar.
Del resto, nella sua lunga evoluzione, l’essere umano ha imparato a fare molte cose, che dapprima non gli venivano affatto “naturali”: si pensi alla postura eretta, all’andatura bipede, alla consumazione di cibi cotti, al mangiare con le posate anziché a mani nude, alla cura dell’igiene intima… Possibile che l’homo sapiens sapiens dei nostri tempi non riesca a capire che il sesso è più bello, se è sicuro?
Giuliana Proietti
Pubblicato anche sull’Huffington Post
Immagine:
Pexels
ONLINE - su tutte le piattaforme
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
ANCONA FABRIANO CIVITANOVA MARCHE TERNI e ONLINE
● Attività libero professionale, prevalentemente online
● Saggista e Blogger
● Collaborazioni professionali ed elaborazione di test per quotidiani e periodici a diffusione nazionale
● Conduzione seminari di sviluppo personale
● Attività di formazione ed alta formazione presso Enti privati e pubblici
● Co-fondatrice dei Siti www.psicolinea.it, www.clinicadellacoppia.it, www.clinicadellatimidezza.it e delle attività loro collegate, sul trattamento dell’ansia, della timidezza e delle fobie sociali e del loro legame con la sessualità.
Sito personale: www.giulianaproietti.it