Il Punto G: che cos’è
Dopo l’uscita di Grillo sul Punto G, molte persone si saranno chieste di cosa mai stesse parlando il comico genovese e perché questa battuta, in verità particolarmente infelice, sia stata considerata “maschilista” (visto che i grillini maschi – pardon, gli “attivisti” -, non hanno sicuramente il punto G e dunque forse non godono allo stesso modo delle donne, nell’andare come ospiti nei salotti tv). Ecco allora, per i più distratti, qualche informazione sul punto G.
A27/A5
Il punto G si chiama così in onore di Ernest Gräfenberg, un ginecologo tedesco che lo descrisse per la prima volta, sull’International Journal of Sexology, nel 1950 (“Il ruolo dell’uretra nell’orgasmo femminile”) come una “zona erotica” molto sensibile, localizzata nell’uretra pelvica femminile.
In realtà, per essere precisi, non fu il ginecologo tedesco a dare il suo nome a questa particolare scoperta, ma furono altre persone (Addiego et al., fra cui Beverly Whipple, una infermiera), molti anni dopo, solamente nel 1981.
La zona anteriore della vagina è stata considerata anche in passato una zona particolarmente erotica, visto che se ne parla addirittura nel Kama Sutra, l’antico manuale in lingua sanscrita sulla vita sessuale (I-VI secolo) e molte donne infatti riferiscono di provare un piacere sessuale intenso, proprio in quella parte della vagina.
Malgrado questo, nessuno finora è riuscito a documentare esattamente la localizzazione di questo fantomatico punto G, o a descriverne le dimensioni e l’aspetto (malgrado le tante ricerche e pseudo-ricerche sull’argomento che ciclicamente vengono pubblicate).
Sul Journal of Sexual Medicine, qualche mese fa, il Dr. Adam Ostrzenski ha pubblicato uno studio in cui sosteneva di aver scoperto una struttura situata sulla parete anteriore della vagina, che a suo dire poteva essere il famoso “punto G”. Ostrzenski ha utilizzato, per la sua ricerca, il metodo della dissezione, strato dopo strato, della parete vaginale, in una donna di 83 anni polacca, morta da 24 ore, a causa di un trauma cranico.
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Lo studio è stato in realtà molto criticato, anzitutto perché non spiega nulla sullo stato di salute della donna prima della morte e poi perché manca di una analisi microscopica accurata, che avrebbe permesso di determinare con certezza la natura del tessuto esaminato: ghiandolare o erettile, normale o patologico, ecc. (Molti hanno pensato che la zona descritta da Ostrzenski poteva addirittura essere un tumore…)
Inoltre, non ci sono prove, non ci sono immagini fotografiche, a corredo della “scoperta”, proprio nulla. Si sa invece che il Dr. Ostrzenski pratica interventi di chirurgia estetica vaginale, tra cui anche l’ampliamento del punto G (una pratica che promette il raggiungimento dell’orgasmo vaginale, ma che in realtà non ha alcun effetto provato). Una scoperta “scientifica” insomma che sa molto, molto, di business.
L’interesse che, da sempre, esercita il punto G, è dovuto al fatto che in media solo una donna su tre raggiunge l’orgasmo vaginale (anche se lo può raggiungere normalmente attraverso la stimolazione del clitoride, veicolo principale del piacere femminile). Molte donne, malgrado questa ormai diffusa conoscenza, non accettano il fatto che durante il rapporto penetrativo non riescano a provare piacere, non sopportano di non sperimentare quegli orgasmi all’unisono che si vedono nei film e dunque spesso si sentono inadeguate e perfino in colpa nei confronti del partner, per questa loro supposta “carenza”.
La scoperta del punto G rappresenterebbe dunque, per queste donne, l’ultima speranza di poter raggiungere un orgasmo vaginale “normale” durante il rapporto sessuale, come è nelle loro aspettative. L’interesse riguarda ovviamente anche il mondo scientifico, viste le notevoli ricadute economiche che la scoperta potrebbe avere.
Per concludere, potremmo dire che il punto G somiglia sempre di più al mito del Sacro Graal : tutti ne parlano, tutti fanno ipotesi sul luogo dove potrebbe essere custodito, ma nessuno sa in realtà cosa sia e, soprattutto, dove si trovi…
Dr. Giuliana Proietti
“Non si progredisce migliorando ciò che è già stato,
bensì cercando di realizzare ciò che ancora non esiste”.
(Khalil Gibran)
Pubblicato anche sull’Huffington Post
Immagine:
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La Dr.ssa Giuliana Proietti presta la sua attività professionale su Clinica della Coppia
come Direttrice Scientifica e Terapeuta Senior
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Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona
● Attività libero professionale, prevalentemente online
● Saggista e Blogger
● Collaborazioni professionali ed elaborazione di test per quotidiani e periodici a diffusione nazionale
● Conduzione seminari di sviluppo personale
● Attività di formazione ed alta formazione presso Enti privati e pubblici
● Co-fondatrice dei Siti www.psicolinea.it, www.clinicadellacoppia.it, www.clinicadellatimidezza.it e delle attività loro collegate, sul trattamento dell’ansia, della timidezza e delle fobie sociali e del loro legame con la sessualità.
Sito personale: www.giulianaproietti.it