L’intelligenza erotica: ne parla la psicoterapeuta Esther Perel

Intelligenza erotica

L’intelligenza erotica: ne parla la psicoterapeuta Esther Perel

 

L’intelligenza erotica? Certamente, dopo l’intelligenza emotiva, l’intelligenza sociale, l‘intelligenza ecologica (una volta trovato il titolo che vende questi autori di best sellers non la smettono più…) non poteva mancare l’intelligenza erotica.

L’autore questa volta però non è, come molti potrebbero aspettarsi, Daniel Goleman (che ha appunto scritto i libri precedentemente citati), ma una sessuologa belga, Esther Perel, il cui libro è stato pubblicato in Italia nel 2007 (L’intelligenza erotica).

La sessuologa deve intendersene abbastanza di “sesso domestico, ma non addomesticato”, come si legge nel sottotitolo, dal momento che, oltre alla ventenneale esperienza clinica e alla formazione negli Stati Uniti, si è sposata per ben tre volte con lo stesso uomo. Questo ci fa sperare che i suoi consigli per tenere alto il desiderio e per ritrovare l’interesse che sembrerebbe perduto per il proprio partner siano assolutamente da seguire…

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Ecco dunque una sintesi dei contenuti del libro.

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Al giorno d’oggi, le coppie stabili sono tenute non solo a condividere il proprio destino ed i figli, come accadeva una volta, ma anche ad amarsi e a godere della sessualità, anche se lo stare insieme per tanto tempo può spegnere l’erotismo.

Per mantenere lo slancio verso il proprio partner è necessario che vi sia sempre una distanza fra i due membri della coppia: l’erotismo richiede infatti la separazione, il vuoto, l’incertezza. Le certezze fanno sentire più sicuri, ma ciò che portano con sé è la noia, non l’eccitazione.Il sesso e l’intimità emotiva non parlano la stessa lingua: quando due persone stabiliscono un rapporto intimo di amicizia fra loro, hanno difficoltà ad essere amanti, perché tra loro non c’è più mistero, non c’è più seduzione.

Nella coppia in genere ciò che manca non è il rapporto sessuale, ma la vitalità erotica, l’energia, l’ammirazione, l’incoraggiamento. La sfida è dunque quella di conciliare il bisogno di sicurezza e di prevedibilità con l’emozione e il brivido, che sono dati solo dall’imprevedibilità e dal mistero.

L’amore e il desiderio non si escludono sempre a vicenda: tutti hanno bisogno di novità e di cambiamento. E’ come un bambino che scappa, per esplorare il suo ambiente, ma che poi torna in fretta a verificare che i suoi genitori siano ancora lì, ad aspettarlo. Una volta soddisfatto il suo bisogno di esplorazione, il piccolo aspira a tornare ad un mondo più sicuro per lui, in modo da recuperare la sua forza: questo è un esercizio che in realtà dura tutta la  vita, soprattutto nei giochi del desiderio. Il rapporto tra adulti riflette esattamente questa dinamica.

Nelle relazioni stabili, la tendenza è quella di  rendere prevedibile l’imprevedibile, ma è nella imprevedibilità che si sviluppa l’erotismo: senza questo elemento di incertezza, non vi è alcuna aspettativa, nessun desiderio, nessun brivido. L’eccitazione viene dal desiderio di abbracciare l’ignoto, non dal bisogno di proteggerci.

Per ristabilire il contatto con l’incertezza, a volte basta semplicemente abbandonare l’illusione di certezza. Attraverso questo sottile cambiamento di percezione, si può cercare di ritrovare il mistero nel partner. Quando non vi è nessun ponte da attraversare, nessuna incursione da fare nel mondo dell’altro, non c’è più nulla da trascendere. La  conditio sine qua non per ricreare il rapporto erotico è dunque quello della separazione.

La fusione emotiva e fisica è desiderabile solo da chi non si conosce ancora. Quando la libertà e la spontaneità necessarie per l’espressione del desiderio vengono ipotecate da un rapporto fusionale, ci si sente intrappolati da questa intimità e si vivono sensazioni claustrofobiche.

 

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Il desiderio sessuale obbedisce alle sue leggi: ha bisogno di uno spirito di ribellione. Mentre una relazione armoniosa coinvolge la ragione emotiva, la comprensione, la compassione e la solidarietà, il sesso non si alimenta di questo cibo.

L’intelligenza erotica richiede dunque di lasciare il comfort della vita a due e accettare di sentirsi più soli. E ‘ inoltre importante usare la fantasia per vivacizzare il rapporto e mantenere vivo il desiderio (es. condividendo le fantasie, leggendo insieme letteratura erotica, evocando ricordi e momenti “caldi”).

E’ importante anche riconoscere che ciascuno dei due partners ha una sua propria sessualità, ricca di fantasie in cui il/la partner può talvolta non essere compreso/a; riconoscere l’attrazione che si prova verso una terza persona è allora come una spezia che si aggiunge al rapporto e sarebbe ridicolo provare gelosia: il/la partner non ci appartiene!

Tutto questo è poco spontaneo? Ma la spontaneità è un mito, conclude la Perel: non siamo mai spontanei, neanche all’inizio di una storia. Gli argomenti di conversazione, il ristorante, la musica… Siamo sicuri che era tutto “spontaneo” all’inizio della storia d’amore? O anche lì vi sono stati una progettazione, una messa in scena attenta e fantasiosa, dei giochi di ruolo, per la nascita dell’eccitazione ? Non si tratta dunque di programmare il sesso, ma di creare uno spazio dedicato all’erotismo, ricordandosi che il gioco è l’elemento chiave della relazione.

Giuliana Proietti

“Non si progredisce migliorando ciò che è già stato,
bensì cercando di realizzare ciò che ancora non esiste”.
(Khalil Gibran)
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Fonte: Le Vif

 


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