Sesso sicuro nella comunità transgender
Un nuovo studio della North Carolina State University dimostra che parlare di sesso sicuro è abbastanza complicato fra i soggetti della comunità transgender (persone che sentono di avere un’identità di genere non conforme ai tradizionali ruoli di genere, maschili e femminili), dove si registrano alti tassi di HIV.
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“La ragione principale per cui è stato condotto questo studio è il fatto che stiamo registrando altissimi tassi di HIV nella comunità transgender“, dice il dottor Kami Kosenko, assistente professore di comunicazione presso la NC State e autore principale dello studio. “Il tasso di prevalenza dell’HIV è meno dell’1 per cento nella popolazione generale degli Stati Uniti. Nella comunità transgender invece, il tasso di prevalenza dell’HIV è stimato essere del 60 per cento nelle principali aree metropolitane. Anche se si tratta solo di stime, sono dati preoccupanti”.
Questi alti tassi di prevalenza dell’HIV hanno sollecitato l’attenzione di ricercatori, funzionari pubblici, operatori della sanità e altri per cercare di aiutare la comunità transgender a migliorare la comunicazione sulle pratiche sessuali sicure. La ricerca di Kosenko scaturisce dalla “necessità di comprendere meglio come le persone transgender parlano di sesso, per assicurarsi che gli sforzi educativi per praticare un sesso più sicuro in questa comunità siano efficaci”.
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Kosenko osserva che le indicazioni fornite sono state fin qui piuttosto limitate. Storicamente, si è comunicato che, per sentirsi sicuri rispetto alla contrazione del virus HIV, occorre fare due cose: 1) saperne di più sulla storia sessuale del partner, 2) cercare di convincere il partner ad usare il preservativo.
Nella comunità transgender però le cose sono un po’ più complesse.
Dopo aver intervistato 41 persone transgender residenti in varie zone, Kosenko ha scoperto, per esempio, che all’interno di questa comunità la privacy è un problema significativo. Le persone transgender devono prendere decisioni spesso difficili su quando e come a rivelare il loro sesso biologico a potenziali partner – perché che la rivelazione comporta il rischio di un rifiuto, o addirittura di un comportamento violento.
Kosenko ha inoltre scoperto che le persone transessuali – come del resto accade anche in altri gruppi – cercano di valutare i rischi per la salute sessuale, parlando con i potenziali partner della loro storia sessuale e stabilendo accordi per praticare sesso sicuro. Ma questi discorsi possono essere inutili, se ad esempio uno dei due partners mente sul suo passato – un problema che peraltro si può riscontrare anche al di fuori della comunità transgender.
Un altro esempio: nella comunità transgender, alcune persone fanno i test per vedere se hanno contratto una malattia a trasmissione sessuale. Se in una coppia si accorgono di avere entrambi esito negativo al test dell’HIV, essi possono avere rapporti sessuali non protetti. (Come si sa, vi è un intervallo di tempo – detto periodo finestra – che intercorre fra il momento in cui il virus entra nell’organismo e l’effettiva comparsa degli anticorpi anti-HIV nel sangue. Durante questo periodo, il test HIV non dà esito positivo, nonostante la persona sia infetta e possa trasmettere il virus. IL test HIV va dunque ripetuto più volte.)
Vista la frequente promiscuità inoltre, sarebbe necessario, all’interno della coppia, stabilire regole per l’attività sessuale al di fuori della relazione. Per esempio, stabilire che un partner accetta che l’altro/a abbia rapporti sessuali con persone esterne alla coppia, purché l’altro/a si impegni ad usare sempre il preservativo.
Dr. Walter La Gatta
Fonte:
Safer sex: Study examines sexual communication in transgender community, Eurekalert
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