La vita sessuale migliora dopo aver perso la fede?
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Secondo un nuovo studio, “Sex and Secularism” (Sesso e Secolarismo) sembra che le persone senza una fede abbiano un migliore approccio verso il sesso.
Nel gennaio 2011, Darrel Ray, psicologo per 30 anni e autore di The God Virus: How religion infects our lives and culture (il virus Dio: come la religione infetta la nostra vita e la nostra cultura) e Amanda Brown (che ha studiato sessuologia alla Kansas University) hanno condotto un sondaggio su più di 14.500 persone: atei, agnostici, e altre persone della comunità laica. L’indagine è stata organizzata per mettere a confronto religione ed ateismo con la sessualità: come influisce la religione sul sesso ? Gli atei recenti hanno un migliore rapporto con la sessualità, rispetto al loro passato religioso?
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Lo studio, Sex and Secularism: What Happens When You Leave Religion? (Sesso e Laicità: cosa accade quando abbandoni la religione?) è pubblicato su Internet e si puo scaricare gratuitamente (basta registrarsi sul sito. Testo in inglese). Come dicono gli autori, il campione su cui è stato condotto non è rappresentativo della popolazione e dunque le sue conclusioni non sono certe. Le riportiamo tuttavia, in quanto sembrano abbastanza interessanti e vanno nella stessa direzione dei risultati ottenuti in altre ricerche, condotte con metodi più scientifici (citate nello studio).
Complessivamente dunque, stando a questo studio, le persone che hanno perduto la fede sperimentano una maggiore soddisfazione sessuale rispetto a quando erano credenti. Ad esempio, si sentono molto meno in colpa per la loro vita sessuale. Il senso di colpa inculcato dalla religione tende infatti a dissolversi, ed in effetti scompare, quando una persona abbandona la religione, in modo assai maggiore di quanto ci si potrebbe aspettare. Secondo gli intervistati in questo studio, i non credenti danno anche una educazione sessuale significativamente migliore ai loro figli, rispetto a quanto facciano i credenti.
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Le persone religiose e non religiose vivono più o meno lo stesso tipo di sessualità, cominciando più o meno alla stessa età, e più o meno con la stessa frequenza. I credenti hanno le stesse probabilità di masturbarsi, guardare film porno, fare sesso orale, fare sesso fuori del matrimonio, e così via, come i non credenti. Quindi il senso di colpa religioso non porta poi le persone ad astenersi da attività che la religione non ammette: l’unica cosa che produce è un senso di disagio nei confronti di sé stessi. E quando una persona lascia la religione, questo senso di inadeguatezza sembra diminuire velocemente.
Secondo lo studio, alcune religioni hanno un impatto più severo sulla vita sessuale delle persone, rispetto ad altre. Persone cresciute come Mormoni e Testimoni di Geova, per esempio, si classificano molto più in alto nella scala che misuira il senso di colpa dovuto alla sessualità, di persone che sono state allevate in famiglie buddiste o episcopaliane. (Il cattolicesimo si colloca nel mezzo. Ai primi posti vi sono i Mormoni, i Testimoni di Geova, i Pentecostali, gli Avventisti del Settimo Giorno, e i Battisti).
Su una scala da 1 a 10, dove 1 indica “nessun senso di colpa” e 10 “estremo senso di colpa”, atei e agnostici si classificano rispettivamente a 4,71 e 4,81. Fatta eccezione per gli Unitarianisti e gli ebrei (che si classificano rispettivamente a 4,14 e 4,48 e sono dunque i più disinibiti), tutte le altre religioni si posizionano più in alto, riguardo al senso di colpa sessuale: 5,88 per i luterani, 6,34 per i cattolici, fino all’ 8,19 dei mormoni.
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E il senso di colpa sessuale non si limita a crescere con le religioni più conservatrici. Più religiosa è stata l’educazione ricevuta, maggiore sarà la propensione a soffrire di sensi di colpa. Il 22,5 per cento delle persone educate in famiglie molto religiose ha ad esempio dichiarato di essere stato umiliato o ridicolizzato per la masturbazione (per fare solo un esempio) rispetto a solo il 5,5 per cento delle persone cresciute in famiglie non religiose. E, delle persone cresciute in famiglie molto religiose, il 79,9 per cento si sente in colpa per una specifica attività o desiderio sessuale… Mentre tra le persone allevate in famiglie meno religiose o laiche, il relativo numero scende al 26,3 per cento.
Secondo lo studio, una volta che si abbandona la religione, le esperienze positive delle persone sul sesso crescono e diminuisce il relativo senso di colpa, fino ad arrivare, velocemente, ai livelli delle persone che non sono mai state religiose.
Ciò è soprattutto vero per le persone che sono state fortemente religiose prima della perdita della fede. Su una scala da 1 a 10 – dove 1 rappresenta il punto massimo di una vita sessuale peggiorata, dopo aver lasciato la religione e 10 il punto massimo di una vita sessuale molto migliorata – le persone che avevano avuto una vita più ricca di fede, in media si sono classificate sul punteggio 7,81 e il 61,6 per cento di loro ha dato una risposta di 8, 9 o 10 – dunque vita sessuale notevolmente migliorata. Le persone con poca o nessuna religione nella loro vita prima di diventare atee per lo più riferiscono che la loro vita sessuale non sembra essere cambiata più di tanto.
I pochi neo-atei che hanno riferito che la loro vita sessuale è peggiorata da quando hanno lasciato la religione (il 2,2 per cento dei partecipanti) hanno riferito tutti la stessa storia: la loro vita sessuale è peggiorata perché i loro partner erano rimasti religiosi. Uno degli intervistati ha riferito il discorso che gli ha fatto la moglie: ‘Come posso fare sesso con qualcuno che non condivide la mia fede?’
Forse uno dei messaggi più potenti in questo rapporto – ma forse uno dei meno sorprendenti – è l’effetto decisamente negativo della religione sulla educazione sessuale e l’informazione. Le persone vissute in famiglie più religiose classificano l’educazione sessuale ricevuta molto peggiore rispetto alle altre: 2,4 su una scala a cinque punti, rispetto al 3,2 dei meno religiosi.
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Nei dibattiti con gli atei, i credenti sostengono che la religione li fa sentire bene emotivamente, psicologicamente e socialmente utili, poiché la religione dà un significato alla loro vita, è una guida morale, un conforto nei momenti difficili, ecc. In realtà questo rapporto mostra che la religione non sempre rende le persone più felici, almeno nella vita sessuale: anche in questo caso dunque, ci vuole moderazione!
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Fonte:
Atheists Do It Better: Why Leaving Religion Leads to Better Sex, AlterNet
Links:
The God Virus (sito)
Pharingula Blog scientifico ateo
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