• 2 Dicembre 2024 10:03
BDSM

Cosa significa BDSM?

Il BDSM è un acronimo di recente coniazione che indica particolari attività sessuali con le loro iniziali:

  • bondage (B),
  • dominance (D),
  • submission (S),
  • sado-masochism (SM).

Un’iniziale che non c’è, ma che viene considerata parte di queste pratiche sessuali, è la F di feticismo. Nella lingua inglese queste attività sessuali particolari vengono chiamate anche “kinky“, espressione che delinea un approccio ludico alla sessualità, che potrebbe essere resa nella nostra lingua con quel “famolo strano” di cui parlò Verdone in un suo famoso film.

Cosa è il bondage?

Il bondage è una pratica sadomasochistica che prevede che nel rapporto sessuale uno dei due partner sia legato dall’altro; gli altri termini sono facilmente comprensibili anche in italiano.

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Quali sono le tecniche sessuali BDSM?

Le tecniche sessuali BDSM possono essere riassunte in questi specifici atteggiamenti e comportamenti:

  • di comune accordo si stabilisce una struttura di potere gerarchico, dove una persona domina l’altra (in un modo simile a come possono fare i bambini quando devono decidere le regole di chi fa la guardia e chi fa il ladro);
  • di solito la persona sottomessa subisce dolore fisico o umiliazioni;
  • la persona sottomessa potrebbe essere sottoposta a deprivazione o confusione sensoriale attraverso uso di bende;
  • si possono mettere in atto scenari sessuali di fantasia come nei ruoli medico-paziente, insegnante-studente, capo-dipendente ecc.
  • possono essere usati materiali come stimolatori sessuali in pelle, latex o tacchi a spillo;
  • le attività possono riguardare specificamente alcune parti del corpo, come ad esempio i piedi.

I ruoli sono intercambiabili?

Generalmente no. Durante un’esperienza sessuale, chiamata “scena”, i ruoli appaiono molto polarizzati (dominante/sottomesso) e gli stimoli ricevuti, come l’umiliazione, la paura, il dolore, sono quelli che inducono eccitazione sessuale, in entrambi i partners (a volte possono essere anche più di due).

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Quanto ha influito Internet nella diffusione di queste pratiche?

Internet ha permesso alla “kink community” di conoscersi e di frequentarsi, attraverso la creazione di molte associazioni, organizzazioni, siti web, tanto che essa può oggi perfino sponsorizzare eventi o battaglie sociali.

Il sito Fetlife.com, simile a Facebook, è un social network messo online nel 2008 e che conta oggi più di otto milioni di membri.

Ci sono delle regole da seguire?

Si. All’interno della comunità sono state stabilite anche le linee guida per le pratiche BDSM considerate accettabili. Il motto della comunità è:  “Safe, Sane, Consensual” (Wiseman, 1996), che in italiano potrebbe essere reso con “Sicuro, sano e consensuale”.  Lo stupro e la pedofilia ufficialmente non sono ammessi.

Tutti i partecipanti a queste pratiche dovrebbero dunque essere adulti e consenzienti, oltre che pienamente informati, in modo da evitare attività che potrebbero risultare per loro pericolose.

La maggior parte dei membri di questa comunità disapprova l’uso di alcool o droghe ricreative per le attività BDSM, in quanto si ritiene utile conservare la lucidità, per non mettere in pericolo la persona sottomessa.

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Le attività BDSM sono perversioni?

Come tutte le attività “kinky”, le pratiche BDSM sono oggi considerate delle parafilie e non dei veri e propri disturbi sessuali nel DSM-5 dell’APA, in quanto si distingue nettamente fra “interesse parafilico” e “disturbo parafilico”.

Quando queste attività sono considerate patologiche?

Si parla di “patologia” quando le persone che praticano il BDSM:

  •  lo vivono con personale angoscia, non derivante semplicemente dalla disapprovazione sociale;
  •  hanno desideri e comportamenti sessuali che comportano disagio psichico, ferite o morte di un’altra persona;
  •  attuano comportamenti sessuali che coinvolgono altre persone, incapaci di dare un valido consenso oppure coinvolte a loro insaputa.

Che persone sono quelle che praticano questo genere di attività?

L’immagine che emerge dai trattati di psichiatria riguardo alla persona con disturbo parafilico è quella di un soggetto normalmente di sesso maschile, socialmente isolato, con un lavoro precario e ridotte capacità sociali. La sua sessualità si ritiene sia focalizzata su particolari comportamenti o feticci, senza controllo degli impulsi, il che lo espone a comportamenti sessuali rischiosi, sia sul piano penale, sia su quello medico, al riguardo delle malattie a trasmissione sessuale.

Cross and Matheson (2006) e Weinberg (2006) hanno studiato il quadro patologico dei soggetti dediti al BDSM, trovandovi gli stessi livelli di disturbi mentali di chi non ama questo piacere parafilico. Non sono emersi cioè disturbi psichiatrici particolari, come depressione, disturbo bipolare, disturbi fobici, ecc.

Nonostante la letteratura psichiatrica si stia sempre più orientando nel non voler giudicare eticamente questo comportamento sessuale trasformandolo tout court in patologia, non si può negare che vi siano casi realmente problematici che arrivano alla osservazione clinica, quando ad esempio si è in presenza di violenza sessuale o abusi su persone non consenzienti.

Quanto sono diffuse queste pratiche?

Molti ritengono che non vi siano prove scientifiche che mostrino una diffusione che va oltre l’ “osservazione clinica”(Moser, 2001; Weinberg, 2006), ma alcuni studi parlano di una frequenza molto maggiore di quella attesa per queste pratiche:  si è parlato di un 2% della popolazione (Richters et al., 2008) e di un 10% di soggetti dediti a queste pratiche (Moser e Kleinplatz, 2006).

Nel 2015, alcuni ricercatori della Indiana University hanno studiato un campione di 2.021 Americani adulti. Tra loro avevano provato le pratiche BDSM come segue:

  • spanking (sculacciate, 30 %),
  • dominant/submissive role-playing (ruoli dominante/passivo, 22 %),
  • restraint (moderato, 20 %),
  • flogging (frustate, 13 %).

Nel 2017, uno studio belga su 1.027 Belgi adulti ha scoperto che a praticare il BDSM erano stati il 47% del campione. Il 13% praticava BDSM in modo regolare, l’8% si è dichiarato molto interessato a queste pratiche.

Quando ci può essere un sospetto di abuso?

L’aspetto-chiave da tenere in considerazione nel formulare un giudizio su queste pratiche deve essere quello del mutuo consenso e del mutuo piacere (per cui tutto quello che è al di fuori di questo è reato e espressione di patologia), ma non si può non tener conto dei numerosi casi borderline in cui la persona sottomessa accetta “volontariamente” le fantasie sadiche dell’altro/a (in quanto è manipolata sul piano psicologico, o ha subito minacce e intimidazioni, oppure ha deciso di accettare il BDSM come manifestazione di amore e di interesse per il/la partner, pur non). In questi casi in cui il consenso non è del tutto volontario, si può parlare di violenza sessuale e di comportamento patologico.


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Quanto ha influito il libro 50 sfumature di grigio?

Nel 2011, la popolarità e le fantasie del BDSM è aumentata moltissimo grazie alla trilogia Fifty Shades of Grey dell’autrice inglese E.L. James. Nel 2019 Cinquanta Sfumature ha venduto 150 milioni di copie in tutto il mondo in 50 lingue: l’unico libro ad aver venduto così tante copie in così poco tempo. La serie di film Fifty Shades ha incassato oltre  1 miliardo di dollari. Quando la trilogia è entrata nella lista dei bestseller, i negozi di ferramenta hanno riportato un’impennata insolita nelle vendite di funi.

Cosa accade quando uno dei due partner desidera praticare BDSM e l’altro no?

A livello di coppia ci può essere un disaccordo fra partners riguardo alle pratiche BDSM: come molte persone omosessuali nascondono il loro orientamento costruendosi una famiglia tradizionale, molte persone con la passione per la trasgressione sessuale BDSM fanno lo stesso (tenendo all’oscuro il/la partner per la sua doppia vita).





Come va trattato il caso sul piano terapeutico?

L’approccio clinico dovrebbe tentare di separare il discorso dell’infedeltà dalle preferenze sessuali. L’infedeltà infatti può essere più facilmente risolta (come avviene nelle tante coppie in cui uno dei due partners ha avuto una relazione clandestina), mentre molto più difficile è affrontare il problema delle preferenze sessuali. Infatti, anche se il/la partner tradito/a comprendesse e concedesse il perdono, questo automaticamente non cambierebbe i desideri sessuali dell’altro/a.

In questo caso non c’è da affrontare solo lo shock del tradimento e della doppia vita dell’altro/a, ma anche confrontarsi con le differenze negli sessuali, che possono essere non risolvibili. La coppia si sente dunque fortemente minacciata nella sua integrità e il terapeuta deve tentare di indirizzare la relazione verso una profonda trasformazione, cercando interessi sessuali comuni.

Se le differenze sessuali risultassero inconciliabili, l’unico modo per salvare la relazione di coppia è quella di trasformarla in una una relazione fra amici, che vivono diversamente la loro sessualità. Se neanche questo dovesse servire, non c’è che da prendere in considerazione la separazione e il divorzio.

Dr. Giuliana Proietti

Dr. Giuliana Proietti

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Di Dr. Giuliana Proietti

Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa  ANCONA FABRIANO CIVITANOVA MARCHE TERNI e ONLINE ● Attività libero professionale, prevalentemente online ● Saggista e Blogger ● Collaborazioni professionali ed elaborazione di test per quotidiani e periodici a diffusione nazionale ● Conduzione seminari di sviluppo personale ● Attività di formazione ed alta formazione presso Enti privati e pubblici ● Co-fondatrice dei Siti www.psicolinea.it, www.clinicadellacoppia.it, www.clinicadellatimidezza.it e delle attività loro collegate, sul trattamento dell’ansia, della timidezza e delle fobie sociali e del loro legame con la sessualità. Sito personale: www.giulianaproietti.it La Dr.ssa Giuliana Proietti presta la sua attività professionale su Clinica della Coppia come Direttrice Scientifica e Terapeuta Senior.

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