La sessualità dopo il cancro alla prostata
Chiedere aiuto sui temi inerenti la sessualità non è facile, né per la persona che chiede aiuto né, talvolta, per il professionista che deve offrire questo aiuto.
La maggior parte delle persone considerano l’attività sessuale un fatto privato e si sentono a disagio quando si deve parlare di difficoltà sessuali, anche all’interno della coppia. Uno studio condotto da Matthews Nichols e Barret (1) evidenzia che spesso i medici, pur considerando la risposta alle domande dei loro pazienti sui problemi sessuali come parte del loro dovere, si sentono impreparati in termini di conoscenze di base e di comfort nei confronti del paziente.
A21
Uno studio condotto da Marwick (2) mette invece in evidenza le scarse aspettative che hanno i pazienti nei riguardi dei loro referenti medici, ai quali si rivolgono per essere aiutati nei problemi sessuali.
Circa il 59% degli uomini con disfunzione erettile a seguito di trattamento per cancro alla prostata cerca un aiuto medico. (3) Gli uomini sono più propensi a cercare trattamenti contro la disfunzione erettile dopo la prostatectomia piuttosto che dopo la radioterapia, ma alcuni non sono interessati a queste cure (4) o tendono ad interromperle anticipatamente. (5)
Gli uomini che, dopo un intervento di prostatectomia, cercano cure per la DE sono in genere giovani, vivono una relazione di coppia, hanno una migliore salute fisica e psicologica, una maggiore formazione, un maggiore benessere finanziario e hanno subito un intervento chirurgico di nerve-sparing (tecnica chirurgica che prevede di risparmiare i nervi responsabili dell’erezione che passano molto vicino alla prostata). (6,7,8)
La terapia di coppia offre un percorso verso il cambiamento,
immediato e duraturo.
Schover et al. (9) hanno scoperto che gli uomini con atteggiamenti positivi verso la possibilità di trovare una cura efficace sono più propensi a chiedere una consulenza sessuale, e che la ricerca di aiuto avviene in genere nella prima fase della malattia. Matthew et al. (6) ipotizzano che siano soprattutto le barriere psicologiche ad influire negativamente nella ricerca di aiuto. Essi suggeriscono che un modello biopsicosociale di cura, fornito da un team multidisciplinare, che comprenda professionisti con esperienza nella consulenza sessuale, potrebbe contribuire a rimuovere questi ostacoli.
La ricerca sulla qualità della vita dopo il cancro alla prostata sottolinea l’importanza del funzionamento sessuale come una parte del benessere in generale. (10,11). Dopo il trattamento del cancro alla prostata, al di là della perdita di erezione, la reattività degli uomini agli stimoli visivi può diminuire per calo del desiderio (12,13). Tutti gli uomini continuano ad avere orgasmi (senza eiaculazione), ma alcuni orgasmi sono meno intensi o addirittura dolorosi. (14). Alcuni uomini segnalano grande tristezza per la perdita della funzionalità orgasmica: la loro autostima diminuisce ed essi sperimentano i cambiamenti nella sessualità come una perdita della qualità della vita. (13,15,16)
Diversi studi mostrano la perdita della virilità e di perdita del sé relazionale come effetto sessuale collaterale del trattamento del cancro alla prostata. (12,17). Gli uomini possono anche perdere la capacità di rispondere agli stimoli e alle fantasie sessuali, e possono parlare con nostalgia di una sessualità passata con conseguente perdita dell’autostima. Alcuni uomini evitano gli incontri sessuali per paura del fallimento o per imbarazzo. (12) Per gli altri, la perdita di erezione si confonde con la perdita del senso della vita. (16). Gli uomini, da quanto emerge negli studi compiuti, non confidano il loro dolore emotivo, anche quando il supporto familiare è disponibile, anche se alcuni si confidano con altri uomini che hanno avuto il cancro alla prostata. Invece, gli uomini mantengono intatto il loro ruolo lavorativo, es. ‘essere un ingegnere’. (18)
Gray et al. (19) hanno riferito la tendenza degli uomini a lavorare sodo per sentirsi meno vulnerabili. Wall e Kristjanson (20) ritengono che la risposta degli uomini dopo il trattamento del cancro alla prostata dipenda dal modo in cui è stato appreso il loro concetto di mascolinità. La cultura della “Mascolinità Egemone”, a loro avviso, impedisce agli uomini di comprendere i loro sentimenti e di chiedere aiuto.
TERAPIE SESSUALI - CLINICA DELLA COPPIA
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Esistono molte ricerche per comprendere le differenze fra afro-americani, ispanici, giapponesi e soggetti di altre culture nel cercare un recupero dopo un cancro alla prostata. Si è visto così che i giapponesi (21) sono meno propensi a cercare aiuto medico in quanto ritengono la sessualità un fatto privato. Gli afro-americani (22) invece sono molto disponibili a cercare cure perché la loro sessualità si esplica principalmente nel rapporto penetrativo. Nessuna ricerca è stata invece condotta su uomini gay e non sono state studiate le loro preoccupazioni per la perdita di piacere a seguito dell’intervento alla prostata e alla difficoltà di penetrazione anale a causa di un intestino irradiato. Probabilmente si tratta di un altro esempio di omofobia.
La ricerca sulle partner dei pazienti operati per cancro alla prostata indica che esse tendono ad essere più in difficoltà dei loro compagni (23,24): desiderano avere informazioni e e beneficiare del sostegno psicologico nella fase di recupero. (25,26).
In caso contrario, possono sviluppare angoscia e problemi psicologici. Le fasi precoci e tardive della malattia rappresentano un particolarmente forte rischio. (27,28,29,31)
I fattori che causano stress nella partner sono principalmente il dolore e e le limitazioni fisiche del compagno. (24,29,32) Alcune partner sono angosciate a causa della incontinenza urinaria maschile. (24)
I rapporti di coppia sono molto influenzati dal trattamento del cancro alla prostata. La comunicazione all’interno della coppia diventa difficile, perché le coppie spesso non condividono le loro preoccupazioni; gli uomini e le donne riferiscono diverse esigenze di intimità e di orientamento sul recupero dal trattamento. (19,30,31,32).
Couper et al. (35) hanno scoperto in un campione di 103 uomini sottoposti a trattamento che i tassi di depressione, angoscia e ansia delle loro partner (secondo i criteri del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali quarta edizione) erano superiori a quelli dei pazienti e della popolazione australiana generale. Dopo 12 mesi di trattamento le partner erano meno angosciate e depresse rispetto ai pazienti, ma era diminuita la soddisfazione nei confronti della loro relazione di coppia. Sanda et al. (cit.) suggeriscono che la soddisfazione del paziente è significativamente associata con la soddisfazione della partner.
Alcuni studi suggeriscono che le partner sono meno preoccupate per la sessualità rispetto ai pazienti, (24,30), ma questo può essere dovuto al fatto che esse si aspettano la perdita di disponibilità sessuale dei loro compagni e sanno di dover rinunciare al sesso prematuramente. Un’altra spiegazione potrebbe essere fata da una disfunzione sessuale femminile in atto.
Gli interventi sono anzitutto di tipo informativo (effetti del cancro alla prostata, menopausa, disfunzione erettile); a questi seguono interventi medici per ripristinare la funzionalità sessuale e interventi psicosessuologici, per migliorare la comunicazione e l’intimità, oltre che l’ampliamento del proprio repertorio sessuale).
Dr. Walter La Gatta
Bibliografia
(1) Matthews Nichols C, Barrett K. Female sexual dysfunction: a survey of Ob/Gyn resident education and experience. Program of the Annual International Society for the Study of Women’s Sexual Health; 27–30 October; Westin Casuarina, Las Vegas, NV, 248p, 2005.
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(6) Matthew AG, Goldman A, Trachtenberg J, Robinson J, Horsburgh S, Currie K et al. Sexual dysfunction after radical prostatectomy: prevalence, treatments, restricted use of treatments and distress. J Urol 2005; 174: 2105–2110.
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Adattato da:
The psychosocial aspects of sexual recovery after prostate cancer treatment, International Journal of Impotence Research (2009) 21, 107-115; doi: 10.1038 / ijir.2008.67; pubblicato online il 15 gennaio 2009
Immagine:
Dr. Giuliana Proietti
Una presentazione sull'orgasmo femminile
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