La felicità coniugale dal punto di vista evolutivo

La felicità coniugale dal punto di vista evolutivo

Dr. Walter La Gatta

Il Dr. Walter La Gatta presta la sua attività professionale su Clinica della Coppia
come Direttore Scientifico e Terapeuta Senior

L’adattamento all’ambiente degli esseri umani ha imposto la ricerca di una prole di qualità, capace di sopravvivere alle difficoltà. Per questa ragione la scelta del partner, secondo la psicologia evolutiva, è diventata un elemento fondamentale per la nascita e la durata della coppia.

Il matrimonio è una lunga pratica universale che che ha interessato la maggior parte degli uomini e delle donne che hanno vissuto, nelle varie epoche, su questo pianeta. Il rapporto matrimoniale si distingue dagli altri tipi di unione soprattutto per il legame di lungo termine fra i partners che esso implica.

Oltre alla sessualità, l’unione stabile comporta mutuo sostegno fra i partners, vicinanza e condivisione di una rete allargata di parenti e conoscenti. Il matrimonio fornisce dunque un ambiente particolarmente favorevole per la riproduzione di entrambi i sessi.

A27/A5

Per raggiungere un migliore adattamento ambientale, maschi e femmine devono superare varie fasi: selezionare un partner, iniziare una relazione stabile, riprodursi, per poi preoccuparsi di mantenere vivo il rapporto di coppia.

Nella fase di selezione del partner si guarda soprattutto allo stato di salute e alle reali possibilità riproduttive dell’altro/a, nonché la sua motivazione alla creazione di una coppia stabile, ovvero una alleanza che permetta di procedere alla riproduzione.

Gli indicatori della fertilità del/della partner sono praticamente scritti sul suo viso e sul suo corpo. La bellezza dell’immagine fisica è infatti la finestra attraverso la quale si guardano e si giudicano le caratteristiche genetiche e lo stato di salute (Es. simmetria del viso e del corpo).

Alcune ricerche hanno ad esempio dimostrato che l’aumento di interesse sessuale e il desiderio di accoppiamento durante la pubertà portano ciascun sesso a mostrare una preferenza per i partners che possiedono caratteristiche sessuali secondarie altamente sviluppate, in quanto tali indicatori maturativi trasmettono lo stato di salute e fertilità dei potenziali partners (Sefcek, Brumbach, Vasquez, e Miller, 2006).

Qualunque sia il problema che state affrontando

Attraverso l’attrazione fisica passano giudizi impliciti sulla maturità riproduttiva, il funzionamento del sistema immunitario, il tasso di crescita, la fertilità, e lo stato di dominanza (Thornhill & Gangestad, 1993).

In tutto il mondo, maschi e femmine utilizzano i segnali fisici per evitare partner malati o deformi (Gangestad & Buss, 1992), mostrando una preferenza per la simmetria, che è un indicatore di salute e fertilità.

Nella ricerca di una partner di lungo termine, gli uomini cercano una donna fertile, sana e attraente. Gli uomini sono particolarmente attratti da donne al culmine della loro fertilità (Kendrick, Keef, Bryan, Barr, e Brown 1995). Ciò che gli uomini apprezzano soprattutto nella donna è: fronte larga, naso piccolo, pelle chiara, forma femminile del corpo (ad esempio, rapporto vita-fianchi, che riflette il profilo ormonale di un individuo, le sue possibilità riproduttive e i rischi di malattia – Singh, et al., 2010). Per questa ragione, in tutte le parti del mondo, gli uomini desiderano anzitutto avere una compagna di bell’aspetto.

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Per le donne è invece lo status economico dell’uomo ciò che contribuisce a dare valore al partner. Universalmente infatti, gli uomini non si sposano fino a che non possono permettersi di farlo, dal punto di vista economico. La posizione socio economica dell’uomo è importante perché la relazione fra i due partners sia soddisfacente: non a caso, gli uomini di status più elevato hanno migliori probabilità di realizzare delle unioni stabili di coppia rispetto a coloro che si posizionano più in basso in questa classifica (Buss, 1989). Ciò avviene anche nelle culture primitive, dove i cacciatori di successo vengono premiati con un elevato status sociale e possono così riprodursi più degli altri (Smith, 2005). La possibilità di cacciare aumenta inoltre l’accesso sessuale alle donne, in quanto indica che il maschio è, con tutta probabilità, anche sano e forte.


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Nel mondo occidentali, nei matrimoni in cui le mogli guadagnano più dei mariti, sia il marito che la moglie appaiono meno contenti del loro matrimonio, rispetto a quando i mariti guadagnano più delle mogli (Weisfeld, Russell, Weisfeld, Wells, 1992; Brennan, Barnett, e Gareis, 2001). Questo sembra indicare che la soddisfazione coniugale per i mariti e per le mogli è legata al contributo finanziario che l’uomo è capace di offrire alla coppia.

Pochi uomini sposano una donna di età superiore alla loro (Buss,1989). I mariti inoltre si mostrano molto soddisfatti se la loro donna è attraente (Weisfeld, Russell, Weisfeld, Wells, 1992). Quando hanno una compagna che considerano meno attraente di loro, gli uomini appaiono anche meno soddisfatti del loro rapporto di coppia (McNulty, Neff, e Karney, 2008).

Le donne che desiderano avere dei figli tuttavia desiderano un compagno giovane, biologicamente e fisiologicamente più adatto per soddisfare questo desiderio (Buss, 2000).

Anche se l’attrazione fisica è importante, gli uomini sono molto preoccupati anche della fedeltà della loro donna, soprattutto perché desiderano essere certi che i figli nati durante il rapporto siano i loro. I maschi capaci di essere vigili e attenti sulle infedeltà della donna aumentano la loro possibilità di incanalare risorse a favore della loro progenie ed appaiono più virili: ne consegue che la fedeltà della moglie viene sempre considerato un attributo prezioso. Infatti, un indicatore di soddisfazione nel rapporto di coppia per i maschi riguarda la certezza sulla fedeltà della moglie (Buss e Schmitt, 1993).

Le cure paterne aumentano con l’aumentare della certezza della paternità. I padri investono più risorse nei bambini che gli somigliano (Prokop, Obertova, Fedor, 2009) e, anche nelle adozioni, sembra che gli uomini si interessino della somiglianza molto più di quanto non facciano le donne (Volk & Quinsey, 2002). Un altro studio ha dimostrato che gli uomini (ma non le donne) giudicano, in una serie di fotografie, il bambino che assomiglia più a loro come “il più bello” (Platek 2002, Platek 2004).

In natura, le madri ovunque forniscono la maggior parte della nutrizione alla prole, tramite l’allattamento, e sono anche le maggiori responsabili della cura dei figli (Sear e Mace, 2008). L’allattamento al seno è tuttavia molto costoso per una madre, in quanto riduce temporaneamente la fertilità, e può farle consumare 670 kcal al giorno (Dewey, 1997).


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Data la natura molto dipendente della prole umana, gli investimenti paterni nella crescita dei figli aumentano le possibilità che la prole arrivi effettivamente alla maturità riproduttiva, ma permette anche alle femmine di abbreviare il tempo tra le nascite. In tempi non molto lontani, le coppie più ricche utilizzavano le balie per la nutrizione della prole, e questo abbreviava gli intervalli fra una nascita e l’altra (Low, 1993).

I bambini provenienti da famiglie povere hanno invece, oggi come ieri, un maggior rischio di morire prima dei bambini delle famiglie più agiate, a causa delle malattie, della malnutrizione, e delle cure inadeguate (OMS, 2002). Per questa ragione, gli uomini che danno prova di voler contribuire all’allevamento della prole sono costantemente ricercati dalle donne e questo aumenta quanto più la donna è fisicamente attraente (Bereczkei, Voros, Gal, e Bernath, 1997).

Le donne, per proteggere la prole, desiderano dunque che il coniuge guadagni più di loro,  sia relativamente più vecchio, di alto status sociale: tutto questo conta più dell’attrazione fisica.  Anche le donne tuttavia mostrano una preferenza per i tratti fisici maschili che indicano salute, fertilità e capacità di offrire protezione: questo effetto aumenta durante l’ovulazione (Gangestad, Garver-Apgar, Simpson, e Cousins, 2007). Inoltre, durante l’ovulazione, si è visto che l’odore di un maschio dominante viene preferito all’odore di altri maschi (Havlicek, Roberts, e Fligr, 2005).

In generale, le caratteristiche positive dell’uomo, dal punto di vista fisico, vengono individuate nelle arcate sopraccigliari e nella mascella, oltre che nel rapporto vita-spalle, che mostra lo sviluppo muscolare del tronco,
segnalando la capacità del maschio di offrire protezione, ed è correlata con un alto profilo ormonale maschile.

I dati raccolti sui matrimoni indicano che le donne preferiscono in genere un compagno più vecchio di loro (Buss, 1989). L’età permette infatti di  accumulare risorse ed esperienze, e i compagni più maturi possono essere socialmente maggiormente dominanti dei coetanei.

Alcuni studi hanno mostrato che le donne sono più felici se il marito è più anziano (Groot e Maassen Van Den Brink, 2002). I maschi dominanti sono ricercati in tutto il regno animale, perché trasmettono una capacità di predominio che fa sentire protetta la propria compagna (Campbell, 1995), anche se poche specie si impegnano poi a fornire cure paterne: è più probabile che i maschi dominanti siano ricercati soprattutto per i loro geni.

Contatti

 

Fisher (1958) sottolinea i figli di maschi dominanti risultano attraenti anche per le femmine della generazione successiva, il che rappresenta un altro vantaggio per la donna che sceglie di riprodursi con un maschio dominante.

Anche le donne sono influenzate negativamente dall’infedeltà maschile: le cure per i figli potrebbero diminuire ed esse potrebbero essere abbandonate dal proprio compagno, il che potrebbe influenzare radicalmente il proprio successo riproduttivo. Come risultato, le donne  dimostrano vigilanza nei confronti dei compagni quando si interessano ad altre donne (Harris, 2003).

Le donne sono più propense a perdonare l’infedeltà sessuale piuttosto che un tradimento per ragioni che riguardano gli affetti, in quanto quest’ultimo è maggiormente predittivo di un possibile allontanamento del compagno
(Shackelford, Buss, e Bennett, 2002).

Le donne stesse riferiscono di sentirsi più in colpa, quando tradiscono per amore (Fisher, Voracek, Rekkas, e Cox, 2008). Una delle ragioni tipiche che spinge i partner a tradirsi è la sensazione di avere potere all’interno della coppia (Lammers, Stoker, Giordania, Pollman, Stapel, 2011). Per questo avere un compagno di status più elevato permette una migliore stabilità coniugale.

Le madri abbandonate possono trovare nuovi compagni, tuttavia, questa possibilità è potenzialmente pericolosa in quanto i figliastri sono spesso maltrattati, trascurati, e perfino uccisi, molto più spesso di quanto non avvenga per i figli naturali (Daly & Wilson, 1991). Alcuni dati indicano che il rischio che un genitore acquisito ucciderà un figliastro è 60 volte superiore alla stessa situazione di un padre nei confronti di un figlio naturale. I figliastri sotto i cinque anni sono apparsi come la categoria più a rischio (Daly & Wilson, 1994).

A volte si sceglie un partner in base alla somiglianza percepita (omogamia), il che non è limitato al solo comportamento degli esseri umani, ma è stato osservato negli insetti, negli uccelli e in altri primati (Thiessen & Gregg, 1980). Le coppie omogamiche sono, tra l’altro, più fertili (Bereczkei & Csanaky, 1996). Le coppie si scelgono anche perché si somigliano sotto altri aspetti: nella condivisione dei valori, delle credenze, dello status socio-economico, della gradevolezza estetica, dell’etnia, degli atteggiamenti, della personalità, della cultura, del livello di intelligenza. La somiglianza nella coppia predice la qualità della relazione (Weisfeld, Russell, Weisfeld, e Wells, 1992; Gaunt, 2006). Nelle coppie che si somigliano vi sono minori ragioni di discordia, e la condivisione aumenta le somiglianze e la compatibilità.

In generale, la felicità di un individuo si può riscontrare anche nelle abitudini di vita: per quanto riguarda il mangiare, il dormire, il vivere in un ambiente sicuro, l’appartenere ad un gruppo sociale, l’avere contatto fisico con i propri cari. Tutto questo aumenta la felicità.

In questo senso, la coppia che ha dei figli mostra una minore felicità, anche se avere una famiglia e dei figli è ciò che più interessa le persone che danno vita ad un rapporto di coppia stabile (King & Broyles, 1997).

Quando i figli sono grandi, il benessere dei genitori dipende dai successi dei figli (Fingerman, Cheng, Burditt, Zarit, 2011), visto che essi rappresentano il prodotto del proprio successo riproduttivo e riflettono la qualità delle scelte effettuate riguardo alla selezione del/della partner. Il figlio, del resto, può essere visto come “il prodotto della coppia”.

In generale, la presenza dei bambini, ha l’effetto di rendere più stabile il matrimonio (il che, come si è detto, non implica maggiore felicità): se non vi sono cause gravi di divorzio, i figli permettono ai genitori, in tutto il mondo, di restare uniti per almeno 4 anni (Fisher 1992). Waite e Lillard (1992) hanno scoperto che durante l’età prescolare, le coppie con figli sperimentano maggiore stabilità rispetto alle coppie con figli più grandi (ma va notato che la presenza di figli più grandi indica che la coppia è stata sposata per un tempo più lungo).

Il divorzio raggiunge il suo picco quattro anni dopo il matrimonio (Fisher, 1992), il che fa pensare che i giovani preferiscano lasciarsi subito, per potersi cercare nuovi compagni, con i quali tentare eventualmente la riproduzione. Avere più figli aumenta la stabilità coniugale (Heaton, 1990).

 

Terapie sessuali individuali e di coppia

 

La soddisfazione coniugale si abbassa particolarmente quando si hanno dei figli adolescenti (Gottman e Levenson, 2000) rispetto ad altri momenti della vita coniugale. Questo è dovuto all’aumento della conflittualità familiare, che può portare i più giovani ad allontanarsi presto dalle famiglie dove il conflitto è troppo elevato (White & Booth, 1985).

Le madri si sentono più felici quando sanno che i loro figli sono felici e ben curati (Belsky, Youngblade, Rovine, e Volling, 1992; Furstenberg & Harris, 1992) e se il padre si coinvolge nelle cure parentali, questo aumenta la  felicità coniugale delle madri (McBride & Mills, 1993).

I padri tuttavia preferiscono coinvolgersi con figli più grandi (Harris e Morgan, 1993) e principalmente con figli maschi (Csatho & Bereczkei, 2003).

In genere si è visto che una dimensione familiare intermedia appare la migliore, probabilmente anche a causa degli investimenti dei nonni sui propri nipoti, come è stato dimostrato in Africa (Borgerhoff Mulder, 2000) e in Finlandia (Gillespie, Russell, e Lummaa, 2008). Questi studi dimostrano come sia possibile avere meno prole rispetto ai coetanei, ma un maggiore livello di benessere in tutte le generazioni.

Walker, Gurven, Burger, e Hamilton (2008) hanno scoperto una relazione inversa tra la taglia fisica della prole e il tasso di natalità: più grande è il corpo dei neonati, più i suoi genitori si riproducono a ritmi più lenti. Per questo probabilmente, dare alla luce un figlio maschio, che supera di solito il peso di una figlia femmina, estende l’intervallo con le successive nascite (Mace e Sear 1997; Koziel & Ulijaszek, 2001). I neonati di buon peso, poiché hanno maggiori possibilità di sopravvivenza, inducono i genitori a fare un minore investimento sulla prole futura, in favore dei figli già nati.

I genitori sono più propensi a investire le loro risorse su bambini sani, perché la salute porta con sé la maggiore probabilità del bambino di arrivare alla maturità riproduttiva. I bambini malati o disabili sono più spesso soggetti a negligenza, abuso, e omicidio (Daly e Wilson, 1988; Harris, Hilton, Rice, e Eke, 2007; Catherine, Ko, e Barr, 2005).

St. James-Roberts, Conroy, e Wilsher (1998) hanno trovato che i bambini che gridano di più ricevono più stimoli ed interazioni da parte delle madri.

Poi c’è l’estetica: le madri di figli più gradevoli si sono mostrate più affettuose e giocose nei confronti del loro bambino (Langlois, Ritter, Casey, Sawin, 1995).



Dr. Walter La Gatta

Quando i genitori devono prendere decisioni per quanto riguarda l’eredità, i figli che dimostrano di poter ottenere maggiore potere sociale tendono a ricevere la maggior parte dell’eredità (Blaffer Hrdy & Giudice, 1993; Boone, 1986; Hewlett, 1991). I padri privilegiano invece i figli di cui hanno maggiore certezza di paternità, il che accade nei confronti dei figli delle figlie, piuttosto che dei figli dei figli maschi, poiché la trasmissione genetica non è in questo caso certa (Smith, Kish, Crawford, 1987).

Il tasso di divorzio è più alto quando i figli muoiono o hanno una condizione di salute che ostacola la capacità futura di riprodursi. Condizioni congenite del bambino come le malattie cardiache o la paralisi cerebrale aumentano significativamente il tasso di divorzio (Mauldon, 1992; Joesch & Smith, 2010). La fine del rapporto potrebbe così permettere a ciascun partner di tentare la riproduzione con altri partner. Anche gli aborti spontanei e i figli nati morti portano spesso alla dissoluzione del rapporto (Gold, Sen, e Hayward, 2010), così come la morte di figli più grandi (Oliver, 1999).

Le coppie hanno difficoltà a sopravvivere alla perdita di un figlio, e le coppie che lo fanno risultano meno soddisfatte del loro matrimonio. I genitori di figli con disabilità mostrano di provare maggiore angoscia e depressione, spesso avendo anche una qualità coniugale minore, dove le madri mostrano una sintomatologia depressiva (Kersh, Hedvat, Hauser-Cram, e Warfield, 2006).

La madre ed i suoi fratelli si addolorano, per la morte di un figlio, più di quanto facciano il padre e i suoi fratelli (Littlefield & Rushton, 1986), sempre per l’incertezza genetica. Il dolore inoltre risulta maggiore se il figlio morto era maschio (Littlefield & Rushton, 1986), forse a causa del fatto che un maschio ha possibilità di riproduzione maggiori rispetto alla figlia femmina.

Purtroppo, ci sono pochi studi sulle coppie senza figli e ancor meno che possano indicare se la sterilità di coppia è intenzionale. Le coppie senza figli che desiderano dei bambini hanno più alti livelli di stress, e un tasso di divorzio più elevato  (Thornton,1977), mentre l’effetto stabilizzante  dei bambini sulla coppia è ben noto (Morgan, Lye, Condran, 1988).

Gli uomini che non hanno figli, anche se li vorrebbero, segnalano senso di privazione, depressione, isolamento (Hadley & Hanley, 2011). Le coppie che si sono riprodotte con successo mostrano invece di avere maggiore stabilità matrimoniale e questo dipende anche dal numero dei figli messi al mondo (Goode, 1993), sebbene la felicità coniugale tenda a diminuire con il tempo.

I secondi matrimoni sono meno stabili rispetto ai primi, anche perché nella famiglia allargata vi è la presenza dei figliastri: in queste famiglie i due partners mostrano un livello di soddisfazione coniugale molto ridotto (White & Booth, 1985; MacDonald & DeMaris, 1995; Brown & Booth, 1996; Berman, Fazio, & Milkie, 2006). I maggiori conflitti derivano dalla decisione su come spendere le risorse economiche (Coleman, Fine, Ganong, Downs, & Pauk, 2001).

Nei secondi matrimoni, avere dei figli non serve per migliorare la stabilità coniugale (Erlangsen & Andersson, 2001). I rischi di uxoricidio aumentano significativamente se la donna porta con sé dei figli avuti da un partner precedente (Daly, Wiseman, Wilson, 1997), per cui si può dire che la presenza di figli che non siano biologicamente correlati ad uno dei due genitori destabilizza il matrimonio (Anderson, 2011).

Le famiglie ricomposte mostrano dunque maggiore conflittualità e ridotto livello di soddisfazione coniugale, oltre che minore stabilità nel tempo. La presenza dei figliasti aumenta la propensione al divorzio (White & Booth, 1985) e vi è maggiore conflittualità (Coleman, Fine, Ganong, Downs, & Pauk, 2001).

Non vanno dimenticate, nella formazione della coppia, le influenze di tipo culturale: in sedici Paesi del mondo è stato scoperto che essere sposati significa essere più felici, probabilmente anche a causa del sostegno finanziario e psicologico elargito ai due partners che si sposano (Stack & Eshleman, 1998). In molti Paesi occidentali come gli Stati Uniti, l’Australia, il Brasile, ecc. l’amore è considerata la prima variabile da prendere in esame nella formazione della coppia, mentre in Paesi orientali come il Pakistan e Hong Kong, l’amore non è rilevante. Queste differenze culturali possono spiegare la diversità nella formazione della coppia e nelle relative strategie di accoppiamento, che evidentemente si sono mostrate utili in quelle determinate zone del mondo.

Dr. Walter La Gatta


Ipnosi clinica

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Adattato da: Dillon, Lisa Marie, “Sex differences in marital satisfaction and happiness: the contribrution of children, attractiveness, and financial status” (2012). Wayne State University Dissertations. Paper 433.
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Di Dr. Walter La Gatta

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