TERAPIE PER IL VAGINISMO
Il vaginismo è un ricorrente o persistente spasmo involontario della muscolatura del terzo esterno della vagina, che interferisce con il coito e causa disagio e difficoltà interpersonali. Il vaginismo è detto “primario” quando la donna non ha mai sperimentato un rapporto sessuale con penetrazione e “secondario” quando in passato si sono avuti rapporti sessuali penetrativi non dolorosi.
Fu James Marion Sims il primo a parlare di “vaginismo” nel 1862, in una sua relazione presso la Obstetrical Society di Londra. [Reissing ED, Binik YM, Khalifé S., 1999]
Si ritiene che il vaginismo sia una delle disfunzioni psicosessuali femminili più comuni, ma il tasso di prevalenza esatta tra la popolazione generale non è noto. Tuttavia, nelle cliniche dove si tratta questa disfunzione sessuale, i tassi sembrano variare fra il 5 e il 17% dei casi. [Crowley T, Richardson D, Goldmeier D. 2006] Il vaginismo può essere causa di notevoli problemi personali e di conflitti di coppia. [Frank E, Anderson C, Kupfer DJ., 1976]
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La teoria psicoanalitica classica ritiene che il vaginismo sia un disturbo di conversione causato da conflitti psicosessuali irrisolti nella prima infanzia. Le donne con vaginismo, secondo questa impostazione teorica, hanno subito delle fissazioni o regressioni alle fasi di sviluppo pre-edipiche. [Reissing ED, Binik YM, Khalifé S. 1997]
Il vaginismo è considerato un disturbo psico-fisiologico a causa della paura, provata da chi ne soffre, di esperienze negative, reali o presunte, legate alla penetrazione. E’ abbastanza frequente che le donne con il problema del vaginismo non abbiano avuto una corretta educazione sessuale.
I trattamenti più efficaci sono la desensibilizzazione sistematica, attraverso l’inserimento di dilatatori graduati o dita. [McGuire H, Hawton K, 2003 ]
Le sessioni di terapia sessuale comprendono l’istruzione, i “compiti a casa” e la terapia cognitiva. Molto spesso viene usata anche una terapia di rilassamento. Nei casi più difficili si può ricorrere anche all’uso di farmaci, come benzodiazepine e ansiolitici.
Sono state provate anche iniezioni di tossina botulinica [ Brin MF, Vapnek JM., 1997] e ipnosi [Lew-Starowicz Z., 1982].Tra i vari modelli di approccio terapeutico c’è quello di Keith Hawton. [Hawton K.Sex therapy: A practical guide. Oxford: Oxford University Press; 1985]
In questo modello terapeutico i due membri della coppia partecipano congiuntamente alla seduta. Nella prima sessione vengono spiegati i dettagli anatomici e fisiologici dell’atto sessuale. In seguito viene chiesto alla paziente di prendere confidenza con i suoi genitali, cominciando con il guardarli allo specchio. In seguito vengono insegnati gli esercizi di Kegel, che aiutano a controllare il muscolo pubococcigeo che circonda l’ingresso della vagina.
Nelle successive sessioni viene consigliato alla paziente di inserire le dita nella sua vagina e di muoverle all’interno. Si comincia con un dito, poi si passa a due dita. Durante questo periodo viene espressamente vietato alla coppia di tentare un rapporto penetrativo. Quando la paziente è pronta per la penetrazione, viene consigliato l’uso di un lubrificante. La prima posizione suggerita è quella in cui la paziente è nella posizione superiore e guida la penetrazione del pene, concentrandosi sulle sensazioni piacevoli che prova, per poi passare all’inserimento.
N.B. Se soffrite da tempo di vaginismo e, leggendo questo articolo, avete provato a sperimentare queste tecniche, ma con scarso successo, non deprimetevi: cercate un terapeuta sessuologo, perché questo significa che avete semplicemente bisogno di aiuto per raggiungere i risultati desiderati, non che siete un caso senza speranza!
Dr. Giuliana Proietti
“Non si progredisce migliorando ciò che è già stato,
bensì cercando di realizzare ciò che ancora non esiste”.
(Khalil Gibran)
Fonte:
Harish, T., Muliyala, K., & Murthy, P. (2011). Successful management of vaginismus: An eclectic approach. Indian Journal of Psychiatry, 53(2), 154–155. http://doi.org/10.4103/0019-5545.82548
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