• 22 Ottobre 2024 3:02

L’educazione sessuale comincia dai genitori

Dr. Giuliana Proietti

E’ stata da poco pubblicata una ricerca italiana, condotta da Ipsos e commissionata da Durex, combinata a una campagna di educazione promossa in collaborazione con Anlaids.

Secondo la ricerca, l’età media del primo rapporto sessuale oggi è a 15 anni, più bassa dunque rispetto a quella dei loro genitori (17 anni). Un terzo dei ragazzi tra i 14 e i 18 anni ha già avuto un rapporto sessuale (28%).

La conoscenza dei metodi contraccettivi, preservativo e pillola sopra tutti, è piuttosto limitata, soprattutto fra i genitori: il 65% dei ragazzi infatti si dice “bene informato” (anche se poi forse non lo è…) contro il 40% dei genitori. Le percentuali sono identiche per quanto riguarda le malattie sessualmente trasmesse.

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Dalla ricerca emerge che l’educazione sessuale in Italia si impara soprattutto da amici e compagni di scuola (rispettivamente 78% e 74%), oltre che da Internet (40%), che viene considerato autorevole ed affidabile come il medico di famiglia.

La visione di questi filmati porta i ragazzi a trascurare l’uso del preservativo (nei film a luci rosse sono usati molto poco). Le mamme risultano essere per i ragazzi la migliore fonte d’informazione sessuale (52%), mentre i genitori ammettono che, ai loro tempi, non c’era nessun familiare disponibile a cui poter chiedere informazioni.

Il confronto fra genitori e figli, sugli argomenti della sessualità rimane però molto superficiale: si parla di sesso, ma non della vita sessuale dei ragazzi o dei loro bisogni. E’ anche per questo che è stata organizzata la campagna ‘Think Safe’ (chissà perché una campagna italiana con un nome straniero…): l’obiettivo è coinvolgere 12 mila classi scolastiche di tutta Italia (per un totale di circa 300 mila alunni).

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In un’epoca in cui sembra che ci sia disaccordo su quasi tutto, i genitori sembrano ampiamente d’accordo su un punto: mantenere i propri figli sani e sicuri è cruciale per la loro vita, e questo include una buona educazione sessuale, argomento sul quale però spesso si sentono impreparati.

Ogni anno circa 750.000 adolescenti negli Stati Uniti incorrono in una gravidanza indesiderata, e anche se nella fascia compresa fra 15 e 24 anni si tratta solo di un quarto di tutti i ragazzi sessualmente attivi a quell’età, essi rappresentano quasi la metà dei nuovi casi di malattie a trasmissione sessuale ogni anno.

In Italia, la Sicilia detiene il record italiano delle gravidanze precoci: nel 2009 si sono registrati infatti 613 casi, contro i 452 parti di ragazze minorenni della Campania e i 293 della Puglia (dati resi noti durante il convegno nazionale di Palermo della Sigo, società italiana di ginecologia ed ostetricia). Complessivamente, le ‘madri bambine’ al Sud sono state 1.539, contro i 666 casi di mamme under 18 al Nord, con la Valle d’Aosta in coda alla classifica con solo 3 parti di minori nel 2009.


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E’ evidente che i genitori non offrono in questi casi, il necessario supporto ai loro figli: del resto, l’educazione sessuale in famiglia è ancora, in molti casi, un tabù.

In un recente sondaggio americano, commissionato da Planned Parenthood Federation of America (PPFA) e Center for Latino Adolescent Health and Family (CLAFH), basato su un campione rappresentativo della popolazione, che ha interessato 1.111 genitori di figli fra i 10 e i 18 anni si evidenzia che i genitori parlano con i propri figli adolescenti di argomenti legati alla sessualità, comprese le relazioni sentimentali e sessuali, ma forse in modo ancora troppo superficiale.

Infatti, il sondaggio rivela che i genitori non parlano con i figli di argomenti quali la prevenzione della gravidanza o delle malattie sessualmente trasmissibili. Solo il 60 per cento dei genitori americani intervistati parla con i figli di controllo delle nascite, anche se il 94 per cento di loro ritiene che il suo punto di vista potrebbe influenzare i comportamenti dei loro figli.

Contrariamente agli stereotipi, questo sondaggio americano ha scoperto che i padri stanno prendendo un ruolo sempre più attivo nell’affrontare questi discorsi, che in passato venivano delegati alle madri, specialmente per le ragazze. Questa tendenza si avverte anche in Italia, anche se è ancora molto tiepida.

I risultati dello studio americano sono stati rilasciati in concomitanza con la campagna Let’s Talk Month, una campagna di sensibilizzazione annuale, focalizzata sulla necessità di incoraggiare e aiutare i genitori a comunicare con i loro figli su questioni legate alla sessualità.

Per alcuni genitori, come emerge dal sondaggio, ciò che blocca maggiormente i discorsi in famiglia sulla sessualità è il disagio  (il 57 per cento dei genitori intervistati ha dichiarato di sentirsi molto a disagio nel parlare con i propri figli di argomenti sessuali).

Come si può dunque pretendere dai propri figli, travolti dai più vari stimoli sessuali, in una società iper-sessualizzata, che i giovani possano avere sulla sessualità e sull’affettività un pensiero maturo, un pensiero critico, se neanche i genitori si sentono pronti per affrontare questi argomenti? Solo quando ai ragazzi viene fornita una raccolta di informazioni accurate sull’argomento, che duri nel tempo e non una sola volta (del tipo: “adesso ti spiego le cose del sesso”) ci si può attendere che essi facciano delle scelte consapevoli.

E mentre la maggior parte delle persone ritiene il contrario, dal sondaggio americano emerge che sono gli adolescenti stessi ad affermare che i loro genitori sarebbero i consiglieri più apprezzati, per la loro conoscenza del sesso e dei comportamenti più adeguati per mantenere la propria salute sessuale. Molti ragazzi addirittura affermano che sarebbe più facile per loro prendere decisioni responsabili se potessero avere conversazioni più aperte con i loro genitori.

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La ricerca americana svela anche un altro dato importante: gli adolescenti che hanno conversazioni efficaci con i loro genitori sul sesso sono più propensi a ritardare i primi rapporti sessuali, hanno un minor numero di partner e usano il preservativo e il controllo delle nascite, se hanno rapporti sessuali.

Per tutti questi buoni motivi, i  genitori dovrebbero cercare di superare il disagio e le esitazioni e cominciare a parlare in famiglia di sessualità. Importante è toccare i temi importanti, come gli aspetti emotivi legati alla sessualità (paure, attrazioni, ecc.), i comportamenti sessuali e i metodi contraccettivi. E’ su questi argomenti che i ragazzi vorrebbero avere più informazioni.

La formazione dei genitori che si sentono impreparati a questo compito, sia sotto l’aspetto del disagio, sia a livello di informazioni, sarebbe dunque necessaria ed auspicabile, affinché essi possano riuscire ad affrontare queste conversazioni con i loro figli, senza disagio.

Nel sondaggio americano, il 90 per cento dei genitori ha dichiarato che l’educazione sessuale (che comprenda anche il controllo delle nascite) dovrebbe far parte del curriculum scolastico delle scuole superiori, e il 75 per cento ritiene che tali informazioni dovrebbero essere introdotte anche nei programmi di scuola media. Eppure, negli USA solo un quinto degli Stati americani, oltre al Distretto di Columbia (Washington) hanno approvato programmi di educazione sessuale, che includono informazioni sul controllo delle nascite.


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Nell’Europa del Nord le cose vanno assai meglio: in Svezia, dal 1956 l’educazione sessuale fa parte delle materie scolastiche, fin dalla prima elementare. Nella vicina Finlandia, all’età di 15 anni, i ragazzi ricevono gratuitamente un kit contenente un profilattico e un video che ne mostra il corretto utilizzo. In Germania le lezioni sull’uso dei contraccettivi sono ufficialmente in vigore dal 1970. La Francia ha abolito nel 1974 la necessità del consenso parentale alla contraccezione dei minori e dal 1999 anche la pillola del giorno dopo è distribuita gratuitamente e anonimamente nelle scuole, esempio seguito dalla Spagna nel 2009.

Per un genitore è utile sapere che l’ascolto è importante tanto quanto il parlare. E’ importante che gli adolescenti conoscano il punto di vista dei genitori su queste questioni, ma è altrettanto importante che i ragazzi sentano che possono fare domande e parlare di ciò che potrebbe essere per loro interessante.

Dr. Giuliana Proietti

Dr. Giuliana Proietti

Fonti:

Sesso: giovani più precoci ma genitori lo facevano il doppio, Ansa
Al Sud è record di mamme-bambine, la Sicilia in testa, Tiscali
Focus sulla contraccezione, D Repubblica
New “Let’s Talk Month” Poll Reminds Us That Sex Ed Begins With Parents, RH Reality Check

Immagine:

Freepik

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Di Dr. Giuliana Proietti

Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa  ANCONA FABRIANO CIVITANOVA MARCHE TERNI e ONLINE ● Attività libero professionale, prevalentemente online ● Saggista e Blogger ● Collaborazioni professionali ed elaborazione di test per quotidiani e periodici a diffusione nazionale ● Conduzione seminari di sviluppo personale ● Attività di formazione ed alta formazione presso Enti privati e pubblici ● Co-fondatrice dei Siti www.psicolinea.it, www.clinicadellacoppia.it, www.clinicadellatimidezza.it e delle attività loro collegate, sul trattamento dell’ansia, della timidezza e delle fobie sociali e del loro legame con la sessualità. Sito personale: www.giulianaproietti.it La Dr.ssa Giuliana Proietti presta la sua attività professionale su Clinica della Coppia come Direttrice Scientifica e Terapeuta Senior.

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