La sessualità dei disabili
Acquisire una disabilità comporta molto senso di adattamento: si tratta di ri-apprendere le attività quotidiane, o di apprenderle in modo diverso. Per quanto riguarda le pratiche sessuali, le persone con disabilità trovano particolari difficoltà, anche perché difficilmente trovano qualcuno con cui parlare di questo problema senza imbarazzo.
In uno studio del Council for Learning canadese del 2010 sullo stato dell’educazione sessuale per i giovani con disabilità fisiche, il 100 percento dei partecipanti ha ritenuto che la loro educazione sessuale fosse inadeguata e che agli educatori fossero state fornite risorse insufficienti per affrontare adeguatamente l’argomento.
Del resto, anche l’accesso all’istruzione in generale è stata a lungo una sfida per le persone con disabilità. Oggi la scuola aspira ad essere una comunità accogliente nella quale tutti gli alunni, a prescindere dalle loro diversità funzionali, possano realizzare esperienze di crescita individuale e sociale, ma sul piano dell’educazione sessuale per alunni disabili siamo invece ancora molto indietro.
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Le persone con disabilità vengono spesso trattate come se fossero infantili e dunque non mature sul piano sessuale. C’è anche la convinzione che le persone con disabilità non siano interessate al sesso perché i loro corpi funzionano in un modo al di fuori della norma, o vengano rappresentate, erroneamente, come persone ipersessuali o deviate.
In realtà le persone con disabilità sono esattamente come le altre e pertanto necessitano (e meritano) intimità e relazioni positive, anche sul piano sessuale.
Uomini e donne che non avevano un rapporto stabile prima della loro disabilità possono avere difficoltà a trovare un partner disposto a guardare oltre il loro problema fisico, oppure possono incontrare persone che provano solo pietà per loro e non sono interessate a una relazione sentimentale o sessuale.
Il primo passo, dunque, è quello di ridefinire la sessualità, che non si esprime necessariamente e unicamente nel rapporto penetrativo, ma anche nel piacere di essere a contatto con il corpo di un partner e di dare o ricevere piacere. Quando questa possibilità viene negata, ciò può portare alla depressione, aggiungendo il malessere psicologico al già grave problema fisico.
Per tutto questo è importante che la sessualità del disabile possa esprimersi: la vita del resto deve andare avanti, e la sessualità e la vita sentimentale sono fra i fattori più importanti per determinare il benessere generale della persona.
Ecco allora perché occorre sapere che la sessualità dei disabili può essere favorita da particolari strumenti, che aiutano i movimenti della persona con difficoltà motorie, permettendo di avere rapporti sessuali più agevoli.
Intimate Rider è, ad esempio, uno strumento progettato per chi ha subito lesioni al midollo spinale (SCI) e altre forme di disabilità che limitano la mobilità: si tratta di una sedia ad altalena, progettata per facilitare i movimenti naturali durante l’attività sessuale. Grazie ad una costruzione solida dal basso baricentro che permette una stabile collocazione a terra, Intimate Rider oscilla naturalmente assecondando i movimenti del corpo, senza motori, ma solo attraverso un leggero meccanismo a bilanciere. Ci sono inoltre sul mercato anche sex toys particolari, come vibratori ad alta potenza per le aree con sensibilità ridotta.
Dr. Walter La Gatta
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