Il sesso dei numeri

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Dr. Walter La Gatta

Le parole ci aiutano a capire il mondo e, se sono considerate di genere maschile o femminile, influenzano le nostre percezioni del mondo. Un nuovo studio ha dimostrato che le persone tendono a vedere oggetti di sesso maschile o femminile ovunque intorno a sé, anche negli oggetti inanimati.

Webb Phillips del Max Planck Institute, Lauren Schmidt e Lera Boroditsky della Stanford University hanno chiesto a dei soggetti bilingui che parlavano lo spagnolo o il tedesco di definire il genere sessuale di vari oggetti. Si è visto così che i tedeschi, ad esempio, vedono la luna come un oggetto maschile, perché la parola tedesca “luna” è maschile dal punto di vista grammaticale (“der Mond“). Al contrario, i soggetti di lingua spagnola vedono la luna come più simile a una donna, perché in spagnolo la parola luna è, come da noi, femminile (“la Luna“).

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A parte la lingua, gli oggetti possono essere intrisi di riferimenti sessuali in base al loro aspetto, o al loro utilizzo. David Gal e James Wilkie della Northwestern University hanno studiato come le persone vedono alcuni oggetti di uso quotidiano, come cibo e mobili. Hanno scoperto così che le persone vedono i piatti di cucina a base di carne come più maschili, mentre le insalate o i prodotti caseari sono considerati più femminili. I tavoli e i bidoni della spazzatura sono considerati femminili se hanno forme arrotondate, maschili se hanno spigoli o profili taglienti.

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Wilkie ha poi collaborato con un collega della Northwestern University, lo psicologo Galen Bodenhausen, per dimostrare che questa tendenza ad attribuire agli oggetti un genere si estende anche a concetti molto astratti. In un esperimento è stato chiesto a degli americani il genere sessuale di alcuni nomi di persona stranieri (ad esempio “Alekseev”). Risultato: quando il nome era abbinato con il numero 1, era più probabile che fosse percepito come maschile. Quando lo stesso nome era accoppiato con il numero 2, le persone erano più propense a ritenerlo femminile. Wilkie e Bodenhausen hanno poi chiesto ai partecipanti quali criteri avessero utilizzato per le loro decisioni sul genere sessuale dei nomi stranieri, ma nessuno dei partecipanti ha esplicitato il fatto che i numeri potessero aver influenzato le loro valutazioni dei nomi.


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In un altro studio, Wilkie e Bodenhausen hanno mostrato foto di bambini ad altri soggetti e chiesto loro di determinare la probabilità che il bambino fosse di sesso maschile o femminile. I ricercatori hanno così scoperto che quando la foto del bambino era accoppiata con il numero 1, le persone dicevano in maggioranza che il bambino era di sesso maschile. Ancora una volta, nessuno si è mostrato consapevole del fatto che i numeri  influenzavano le proprie percezioni.

In un altro studio ancora, i ricercatori hanno chiesto direttamente alle persone di che sesso fossero, a loro avviso, alcuni numeri. Si è visto così che il numero 1 e tutti gli altri numeri dispari sono considerati prevalentemente maschili, mentre il 2, e gli altri numeri pari, sono apparsi più femminili. Questo risultato è stato replicato su un campione di soggetti indiani, dimostrando che la percezione del genere sessuale dei numeri non risente di differenze interculturali. Sono necessarie, ovviamente, ulteriori ricerche per avere maggiori certezze.

La nostra tendenza ad assegnare ai numeri un genere sessuale ha una lunga storia. Sia la filosofia pitagorica dell’antica Grecia che la filosofia cinese dello yin e dello yang hanno visto i numeri come maschili o femminili: entrambe le culture hanno scelto i numeri dispari come numeri maschili e i numeri pari come femminili.

Quando si ritiene che un oggetto sia di un determinato genere sessuale, cambia il rapporto personale con l’oggetto. Per esempio, i ricercatori di Stanford Clifford Nass, Youngme Luna, e Nancy Green hanno osservato come le persone interagiscono con un computer (maschile) che è stato programmato per avere una voce maschile o femminile. Essi hanno scoperto che quando il computer aveva una voce femminile, il computer veniva ritenuto meno amichevole, credibile e competente, in confronto alla sua voce maschile.

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psicoterapeuta, sessuologo

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Non è una sorpresa che la prima cosa che si chiede quando due genitori aspettano un bambino è se si tratti di un maschio o di una femmina. Quando non si conosce il genere sessuale di qualcuno, ci si sente disorientati. Come la penserà? Come si rapporterà con il mondo? Sapere il genere sessuale aiuta a capire più in fretta la persona: sarà forse per tutto ciò che i trans sono così poco accettati?

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Fonte:

What is the Sex of 17?, Scientific American

Immagine:

Pexels

 

 

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