LA DISFUNZIONE ERETTILE E LE PROTESI AL PENE
Cosa è una Disfunzione Erettile?
La Disfunzione Erettile è l’incapacità ricorrente o persistente di raggiungere o mantenere un’erezione adeguata per un rapporto sessuale soddisfacente.
Come si previene la Disfunzione Erettile?
Tra i principali fattori di rischio per la DE ci sono: età, fumo, consumo di alcol, droghe, scarsa attività fisica, obesità e colesterolo alto.
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Quale è il primo rimedio farmacologico per una Disfunzione Erettile?
Le pillole per la disfunzione erettile sono spesso il primo rimedio per far fronte alla DE, ma talvolta esse non rappresentano una vera soluzione.
Quando la Disfunzione Erettile è grave tuttavia, perché resistente alla terapia farmacologica, oppure perché, a causa di controindicazioni per l’assunzione di farmaci, l’assunzione di pillole per via orale è una opzione non praticabile, può essere consigliata una protesi al pene, la quale può offrire la speranza di continuare ad avere una vita sessuale attiva.
Cosa si intende per Disfunzione Erettile “grave”?
Si intende, ad esempio, quella che segue un intervento di chirurgia radicale per il tumore della prostata: a seguito di questo intervento si osserva una disfunzione erettile nel 25-75% dei casi.
Un altro problema grave è la “malattia di La Peyronie”, in cui la fibrosi che si sviluppa all’interno del pene determina gravi deformazioni e perdita delle normali dimensioni, correggibili con una protesi.
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Perché è necessario ricorrere alla protesi solo in caso di disfunzione erettile grave?
Perché si tratta di un intervento irreversibile, in quanto comporta l’atrofia del tessuto cavernoso, che non funzionerà più. (I corpi cavernosi sono quelle formazioni che si trovano all’interno del pene e che, se irrorate di sangue, producono naturalmente l’erezione). Dunque, la decisione di sottoporsi a questa delicata operazione chirurgica va presa con grande attenzione.
Cosa è una protesi peniena?
Si tratta di un dispositivo medico che viene adattato su misura per una determinata persona e che viene posizionato chirurgicamente nel pene, nei corpi cavernosi, in modo da produrre un’erezione dall’aspetto naturale, in qualsiasi momento lo si desideri, con una rigidità tale da permettere la penetrazione.
Da quanto tempo esistono le protesi peniene?
La tecnica di inserimento delle protesi all’interno del pene nacque intorno alla metà del secolo scorso, quando fu introdotto per la prima volta nel pene del materiale sintetico, in sostituzione delle porzioni di cartilagine costale, usate fino ad allora.
Negli anni ’60 si sperimentò l’impianto di protesi in materiale acrilico e polietilene, inizialmente posizionandolo in sede sottocutanea. Il dolore procurato al paziente, l’instabilità della protesi e il suo facile dislocamento convinsero però gli specialisti a tentare il posizionamento intracavernoso delle protesi, che è quello maggiormente utilizzato ancora oggi.
La terapia di coppia offre un percorso verso il cambiamento,
immediato e duraturo.
Come funzionano le protesi peniene?
I dispositivi possono essere suddivisi, sulla base dei criteri costruttivi e di funzionamento, in due grandi categorie:
- non-idraulici, che comprendono le protesi malleabili e rigide (meno costose, comportano un intervento chirurgico relativamente semplice e rapido e non comportano guasti meccanici)
- idraulici, che possono suddividersi in base al criterio di progettazione e realizzazione del meccanismo di gonfiaggio (più costosi, ma che permettono una migliore riproduzione degli stati di erezione e di flaccidità).
Come funzionano le protesi semirigide, non idrauliche?
Queste protesi sono costituite da due cilindri in silicone da impiantare all’interno dei due corpi cavernosi.
La funzione di questi impianti è di fornire un sostegno centrale ai corpi cavernosi, per mantenere la rigidità peniena durante l’erezione; il loro impiego è vantaggioso poiché simulano bene la rigidità naturale, non necessitano di attivazione, è praticamente impossibile la loro rottura ed hanno costi relativamente bassi associati a tempi operatori estremamente ridotti.
Le protesi “malleabili” vengono occultate agevolmente nell’organo maschile, poiché non presentano componenti meccaniche. I materiali utilizzati sono robusti, ma estremamente flessibili e pertanto permettono di mantenere l’organo sessuale in posizione controllabile (ma non modificabile), per consentire il rapporto sessuale.
Gli svantaggi sono rappresentati dal fatto che il pene appare sempre nella sua massima lunghezza e, anche in mancanza di erezione, è sempre in posizione semiorizzontale.
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Come funzionano le protesi idrauliche?
Si tratta di dispositivi tecnologicamente avanzati, che offrono migliori risultati, sia dal punto di vista estetico che funzionale. Con la protesi idraulica l’erezione viene indotta volontariamente, attraverso un piccolo dispositivo di controllo posizionato sotto la cute scrotale.
I vantaggi sono: un’ottima capacità penetrativa, l’impossibilità di notare l’esistenza dell’impianto, la perfetta simulazione della flaccidità e soprattutto vi è la sensazione fisica dell’uomo di avere una erezione. Tale sensazione è ottenuta grazie alla pressione idraulica endocavernosa, analoga a quella sanguigna in condizioni fisiologiche.
Gli svantaggi sono rappresentati dalle manovre di attivazione, dalla possibilità di rottura dei dispositivi valvolari e dai maggiori costi. Vi sono inoltre le possibili complicanze operatorie: ad esempio, l’infezione del sito di impianto, anche se sono state realizzate protesi trattate in superficie con antibiotici, per ridurre al minimo questo rischio.
Il/la partner potrebbe accorgersi dell’impianto? L’impianto è completamente inserito nel corpo dell’uomo e pertanto non è visibile. Il pene appare rilassato e flaccido quando non è in erezione.
Dopo quanto tempo dall’operazione è funzionante l’impianto?
Ogni uomo è diverso, ma in genere il tempo di recupero viene indicato in 4-6 settimane.
La protesi aumenta le dimensioni del pene?
No. Al contrario, o si mantiene uguale, o si riduce di circa 1 cm.
Quanto costa?
I costi sono molto variabili e vanno dai 1.500 euro ai 7.000 euro, a seconda del modello scelto.
Si consiglia di consultare un urologo/andrologo per ulteriori notizie e risposte a domande personalizzate e specifiche. Consulta l‘Albo della Siams per la ricerca di uno specialista (urologo, psicosessuologo, endocrinologo, ecc., nella tua regione).
Dr. Walter La Gatta
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