Il repertorio sessuale delle coppie gay
I primi critici del matrimonio tra persone dello stesso sesso sostenevano che la formalizzazione delle relazioni tra persone omosessuali attraverso il matrimonio, o accordi legali simili al matrimonio, avrebbe avuto conseguenze negative nelle relazioni omosessuali.
In particolare, si temeva che il matrimonio gay avrebbe smussato gli approcci all’intimità tipicamente “queer”, limitando le pratiche sessuali a quelle della coppia tradizionale, svalutando la non monogamia e le amicizie erotiche.
A16
Un recente studio, basato sull’analisi delle narrazioni dei partecipanti riguardo al sesso “pubblico”, “privato” ed “esclusivo” sembra supportare gli avvertimenti dei critici.
Gli uomini, infatti, sembrano dare la priorità al legame di coppia, rispetto ad altre relazioni, rispettando la monogamia sessuale e collegando le loro pratiche sessuali all’approfondimento dell’intimità di coppia.
I partners nelle relazioni omosessuali formalizzate, tuttavia, non seguono semplicemente le norme eterosessuali: piuttosto, si destreggiano tra le norme spesso contraddittorie delle culture sessuali tradizionali e quelle queer.
Le storie sulla sessualità gay sono sempre apparse come una sfida alle idee dominanti su come le relazioni potrebbero e dovrebbero funzionare ( Heaphy et al., 1999 ; Blasius, 1994 ; Weeks , 2002 ).
Si è detto che la relazione gay, in quanto differenzia la sessualità dalla riproduzione ( Giddens, 1992 ), è fondata sull’etica dell’amicizia (Blasio, 1994 ; Weeks et al., 2003 ), crea nuove forme di amicizia erotica ( Blasius, 1994 ) e ribalta le definizioni convenzionali di parentela e famiglia ( Weeks et al., 2003 ).
Warner (1993) sperava che nel tempo l’unione gay avrebbe portato a cambiamenti sociali democratici ed egualitari su scala più ampia, mentre Duggan (2002) sperava che avrebbe portato a “costruire una vita collettiva indisturbata” ( Duggan, 2002).
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Si sperava nel diritto di vivere e comportarsi in pubblico come ci si comporta in privato, con il diritto di portare la sessualità fuori dalla camera da letto, ‘in strada’ ( Duggan, 2002). Altri studiosi, come i tardo modernisti europei (soprattutto Giddens, 1992 ), vedevano negli sviluppi delle culture relazionali omosessuali un aspetto dei più ampi cambiamenti sociali.
Il matrimonio tra persone dello stesso sesso è diventato realtà con il riconoscimento delle unioni civili (l’unione civile è stata legalizzata nel Regno Unito nel 2004): i critici hanno suonato campanelli d’allarme preoccupati per gli effetti politicamente negativi del matrimonio sulle culture relazionali tra persone dello stesso sesso. Michael Warner descrisse il problema come segue:
Il vocabolario impoverito della cultura etero ci dice che le persone dovrebbero essere o mariti e mogli o amici (non sessuali). Il matrimonio segna quella linea. Non è il modo in cui vivono molti queer. Se esiste uno stile di vita gay esso consiste, in queste relazioni, in un tumulto di intimità al di fuori del quadro delle professioni, delle istituzioni e degli ordinari obblighi sociali (Warner, 2000).
La tesi di Warner era che una rinnovata attenzione alla rispettabilità gay rendesse molto più facile per le autorità conservatrici ripulire gli spazi pubblici dalla sessualità gay, in particolare i sex club, le saune e i parchi, perché la resistenza politica degli uomini gay (non più queer ribelli, ma sposati, rispettabili ‘identità gay’) sarebbe stata indebolita ( Warner, 2000 ).
Intervista su Relazioni Familiari
Altrettanto pessimista era la posizione di Lisa Duggan, che vedeva il matrimonio tra persone dello stesso sesso come l’emblema relazionale di una “nuova omonormatività”, tesa a privatizzare e depoliticizzare la cultura gay e ancorarla alla domesticità e al consumo.
Molti studiosi continuano a considerare le pratiche omosessuali come una sfida alla eterosessualità ( Van Hoof, 2017 ): in questo contesto, infatti, le pratiche sessuali continuano a essere influenzate da valutazioni gerarchiche legate al genere, nonostante gli evidenti passi verso l’uguaglianza di genere nella società globale.
Cosa ci dicono oggi le storie dei partner dello stesso sesso riguardo alle loro pratiche sessuali, dopo che la cittadinanza sessuale è stata riconosciuta attraverso il matrimonio legale e le unioni civili?
Uno studio pubblicato di recente ha analizzato le narrazioni di partner omosessuali generate attraverso interviste congiunte e individuali con 25 coppie di maschi (50 partner). I partner avevano al massimo 35 anni quando avevano iniziato la convivenza nel matrimonio o nella unione civile. Le interviste con partner maschi dello stesso sesso facevano parte di uno studio più ampio sulle unioni civili, finanziato dal Consiglio per la ricerca economica e sociale (REF: RES-062-23-1308), ed erano stare condotte nel 2009-2010.
I partecipanti si sono identificati quasi esclusivamente come “gay”. Il campione era prevalentemente bianco (90%) e misto per quanto riguarda gli indicatori di classe sociale, ubicazione rurale/urbana e religione. Nessuno degli intervistati era stato precedentemente sposato. La durata della relazione variava da meno di 6 mesi a oltre 10 anni e la durata dell’unione civile variava da 1 mese a 5 anni. Nessuno degli uomini aveva figli.
Risultati
Esempi qualitativi
- Mark (25) e Callum (21) si consideravano “sposati”, ma hanno continuato a divertirsi trascorrendo il tempo nei locali notturni, sia gay che etero. Andare in discoteca, bere e uscire con gli amici faceva parte della vita di tutti i giorni, un modo di sentirsi “proprio come tutti gli altri”. Tuttavia, Mark ha riferito che l’esposizione della sessualità gay in pubblico gli dava fastidio, come ad esempio vedere “ragazzi che si abbracciano o ballano o flirtano e cose del genere”, in parte perché Mark disapprovava il sesso pubblico, credendo che pratiche come il cottaging (sesso in un bagno pubblico) fossero “sbagliate” .
- Frazer (28) e Todd (31), si sono incontrati in una discoteca. Sebbene abbiano iniziato una relazione impegnata subito dopo l’incontro, Todd ha mantenuto quello che ha definito uno “stile di vita da single” per il primo anno (bere e frequentare regolarmente i locali notturni). Questo, ha detto, ha provocato gelosia in Frazer e ha portato a una discussione volta a ridefinire la relazione, per cui Todd ha dovuto ridimensionare la sua partecipazione ai locali gay e reindirizzare la sua attenzione alla relazione. Dopo essere stati “sposati” per un po’ di tempo, tuttavia, si sono nuovamente impegnati con le culture del sesso pubblico e hanno partecipato a un trio in vacanza. Era chiaro che l’atteggiamento della coppia nei confronti della promiscuità era modellato dallo stato della loro relazione e dal grado di fiducia che sentivano nei confronti del proprio partner.
- Fredrik (36) ha raccontato che la frequentazione di locali per gay era un mezzo per raggiungere un fine, cioè trovare uomini gay. Una volta che si era formata la coppia “non c’era più bisogno di frequentare queli luoghi”.
- Robert (32) ha raccontato che una delle cose belle del fare coming out a 15 anni, essendo un ragazzo relativamente attraente, è che gli ha permesso di ottenere ciò che voleva nel sesso. Aveva avuto la giusta dose di incontri casuali per tutta la vita. Si era “calmato” una volta che la sua relazione era diventata più importante per lui, ma non rinnegava il passato, in quanto gli aveva permesso una riflessione sulla sua biografia e su come era arrivato a capire se stesso.
Emerge dunque un quadro complesso, in cui gli uomini sembrano impegnarsi e disimpegnarsi dal sesso pubblico secondo quanto viene negoziato nella coppia.
Brown et al. (2013), suggeriscono che gli uomini gay attraversino una serie di fasi quando fanno i conti con la loro sessualità: prima sviluppano una consapevolezza del desiderio omosessuale, poi formano una nuova identità gay, e poi, dopo aver fatto coming out con amici e familiari, “cercano di recuperare il tempo perduto”, impegnandosi nell’esplorazione sessuale.
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Gli uomini gay hanno parlato del matrimonio come di una promozione dell’intimità, un senso di interconnessione e un’unione emotiva. Alcuni hanno descritto le loro pratiche sessuali come diventate “molto tenere e appassionate” (Oliver, 30) o “morbide e affettuose” (Ben, 32). Tali risposte spesso generavano ulteriori narrazioni su come la sperimentazione sessuale comprendesse gli sforzi per migliorare e sviluppare l’intimità di coppia. Questo poteva essere puramente incentrato sulla coppia, ma poteva anche coinvolgere un terzo partner.
- Tim (33) ha detto di sentirsi più a suo agio nel fare sesso con suo marito Fredrik, in parte perché non si sentiva sotto pressione nella prestazione e in parte perché lui e Fredrik erano abituati ai corpi l’uno dell’altro. Ha raccontato che la coppia di tanto in tanto aveva un rapporto a tre per “ravvivarlo un po”. Per la maggior parte dei partecipanti, la sperimentazione significava ampliare il repertorio sessuale della coppia.
- Callum e Mark si sono impegnati in trattative in cui entrambi hanno esplorato e sperimentato una gamma di pratiche sessuali diverse per apprendere ciò che l’altro preferiva, in modo da essere un partner “migliore” o più reattivo. La loro vita sessuale di coppia è arrivata a includere diverse attività, dal sesso all’aperto, al naturismo, ai giochi di urina e al bondage. Per molti la sperimentazione era importante per rafforzare la relazione.
- Daniel (34) ha raccontato di essere interessato a una vasta gamma di pratiche sessuali: bondage, sadomasochismo, sex toys, fisting e giochi con l’urina. Robert, il suo partner, considerava Daniel “più avventuroso”, ma era comunque aperto a “provare qualsiasi cosa almeno una volta”.
Per i partner che in precedenza erano stati meno inclini alla sperimentazione sessuale, l’unione civile poteva fornire un senso di stabilità relazionale e di fiducia che consentiva loro di sperimentare il sesso e di provare una serie di pratiche sessuali non convenzionali. La sperimentazione sessuale viene inquadrata come un modo per approfondire il legame di coppia, per esprimere amore e impegno.
Nel complesso, le narrazioni dei partecipanti hanno suggerito che l’unione civile o il “matrimonio” non portavano alla monogamia. Altri semplicemente non consideravano il sesso così importante per l’intimità.
- Daniel ha raccontato di come lui e Robert avevano recentemente iniziato a divertirsi visitando i sex club insieme per fare sesso in uno spazio pubblico, con altri che guardavano.
Quanto alle loro pratiche sessuali, molti partecipanti hanno rifiutato l’invito a raccontare aspetti particolari delle proprie pratiche e preferenze, per imbarazzo o vergogna.
Altri partecipanti, come Herman, hanno discusso apertamente di alcuni elementi della loro sessualità, riguardo al BDSM e i giochi di ruolo, ma ha rifiutato di dire se avesse adottato o meno un “ruolo” sessuale (se preferisse essere il partner ricettivo o attivo nel sesso anale), sostenendo che tale attribuzione di ruolo fosse una “terminologia eterosessuale”, pertanto riduttiva.
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La maggior parte delle coppie ha detto che consideravano le loro relazioni monogame. Tuttavia, il sesso con gli altri era presente in molte delle loro storie. In generale, queste storie si adattavano a due gruppi: storie di sesso con altri che erano considerate una violazione delle “regole” della relazione e storie di sesso con altri che funzionavano nei termini della relazione monogama (di solito sotto forma di trio).
Philpot et al. (2018) sostengono che le relazioni gay impegnate spesso iniziano con un periodo di monogamia, che è tipicamente idealizzato come “dovrebbe” essere una coppia, prima che aprano la relazione ad altri partner sessuali, man mano che la fiducia nella relazione cresce. La storia di Daniel qualifica questo quadro differenziando tra “tradimento” e trio, che è concordato di comune accordo più avanti nella relazione. Daniel collega il crescente impegno emotivo a una maggiore onestà e apertura, piuttosto che alla cessazione del sesso con gli altri.
In linea con Philpot et al. (2018), le coppie e i singoli partner dello studio sembravano negoziare tra gli ideali di ciò che “dovrebbe” essere un accordo simile al matrimonio (e il desiderio di presentare la propria relazione come un matrimonio serio e impegnato) e la necessità di accettare desideri che andavano oltre la coppia.
I rapporti a tre sono apparsi dunque una soluzione al problema del desiderio di fare sesso con altre persone.
È innegabile, dunque, che la maggioranza di queste coppie abbia privilegiato il vincolo coniugale rispetto ad altre relazioni erotico-intime. Alcune di queste coppie vedevano gli spazi e le pratiche sessuali pubbliche come una minaccia al loro impegno matrimoniale, e l’amore e il sesso spesso sono sembrati fusi insieme e contenuti nella privacy della “casa”. Molte delle coppie hanno anche affermato la monogamia come modalità preferita per condurre una relazione. Tuttavia, le convenzioni e le regole che hanno plasmato le relazioni coniugali dei partecipanti non sono state, in generale, vissute come rigidi limiti determinanti.
Fonte:
Public sex, private intimacy and sexual exclusivity in men’s formalized same-sex relationships, Brian Heaphy, James Hodgson, First Published July 3, 2021 Research Article
Dr. Walter La Gatta
Love is Love: PSICOLOGO-PSICOTERAPEUTA SESSUOLOGO – Psicoterapie individuali e di coppia online Per appuntamenti: 348 – 331 4908 Sito personale: www.walterlagatta.it Altri Siti: www.psicolinea.it ISCRIVITI ALLA PAGINA FACEBOOK! w.lagatta@psicolinea.it
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