Gli innamorati si imitano a vicenda
La nostra vita sociale è data dalla formazione e dal mantenimento di relazioni con gli altri. Queste relazioni possono essere strette e intime, come quella tra due partner innamorati che fanno coppia, oppure possono essere più distanti, come quelle tra conoscenti occasionali, amici o colleghi di lavoro.
Pertanto, la natura di ogni singolo rapporto può essere caratterizzata dalla distanza percepita tra sé e l’altro. Questa distanza svolge un ruolo importante nel modo in cui percepiamo un individuo o come ci comportiamo nei suoi confronti nelle varie situazioni sociali (Aron et al., 2004 e Myers e Hodges, 2012).
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È importante sottolineare che nelle relazioni intime spesso tendiamo a comportarci come se le caratteristiche dell’altro fossero, almeno parzialmente, anche le nostre (Wright, Aron, e Tropp, 2002), il che riflette una sovrapposizione tra le rappresentazioni cognitive del sé e degli altri soggetti con i quali si ha un rapporto di stretta vicinanza (Aron, Aron, Tudor , e Nelson, 1991).
Questa sovrapposizione porta ad una diminuzione della distinzione tra sé e l’altro (Aron et al., 2004), ed è correlata positivamente con i sentimenti di amore, di impegno e di intimità (Agnew, Van Lange, Rusbult, e Langston, 1998).
La teoria dell’attaccamento adulto (Brennan, Clark, e Shaver, 1998), scompone l’attaccamento in due dimensioni latenti, quella dell’ansia e quella dell’evitamento.
Il tipo ansioso prova sentimenti di ansia per quanto riguarda l’abbandono, e il desiderio di vicinanza; il tipo evitante, al contrario, prova un desiderio di autonomia verso il partner e teme l’intimità (Brennan et al., 1998 e Fraley et al., 2000).
Lo stile di attaccamento ansioso è associato ad una valutazione negativa di sé (Griffin e Bartholomew, 1994), mentre l’attaccamento evitante è associato con la valutazione negativa degli altri.
La sovrapposizione cognitiva tra sé e rappresentazione dell’altro è presente nelle relazioni che abbiamo. Per esempio, quando vediamo qualcuno che soffre (Lamm, Porges, Cacioppo, e Decety, 2008) piangiamo o sussultiamo con lui, così come quando osserviamo un’altra persona in movimento, spesso ci troviamo ad imitare automaticamente le sue azioni (Chartrand & Bargh, 1999).
Questa sovrapposizione sé-altro può essere osservata anche a livello neuronale, in regioni del cervello “a specchio” che mostrano l’attività vicaria al dolore altrui, oppure esperienze e movimenti tattili (Keysers & Gazzola, 2009).
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La vicinanza sociale tra due persone può essere riflessa anche nei movimenti (Pipp, Shaver, Jennings, Lamborn, e Fischer, 1985), visto che tendiamo ad imitare più facilmente i comportamenti delle persone che apprezziamo e il sentirci a nostra volta imitati da altri aumenta il nostro gradimento e la fiducia che proviamo nei confronti di questi altri.
L’imitazione può essere inconsciamente utilizzata a livello sociale per raggiungere obiettivi di affiliazione, come quando ad esempio proviamo un desiderio di maggiore intimità personale con un altro soggetto e cominciamo ad imitarlo nei comportamenti (Van Baaren, Janssen, Chartrand, e Dijksterhuis 2009).
Un recentissimo studio (Lara Maister, Manos Tsakiris, Maister, Lara, Tsakiris, Manos, 2016) si è occupato del comportamento di imitazione reciproca messo in atto da due persone che si amano. Questa performance è stata poi messa a confronto con un esperimento simile, condotto però questa volta non con il partner romantico, ma con un amico (dello stesso sesso di quello del partner) verso il quale non si provava altro che un sentimento di amicizia.
E’ stato anche misurato lo stile di attaccamento dei partecipanti, sia verso il loro partner, sia verso l’amico per studiare come l’imitazione possa essere influenzata dallo stile di attaccamento.
Per valutare l’imitazione, si è utilizzato un paradigma di compatibilità stimolo-risposta standard (Brass, Bekkering, Wohlschlager, e Prinz, 2000).
I partecipanti dovevano svolgere una semplice azione, mentre guardavano l’altro che effettuava o la stessa azione (processo ‘congruente’) o l’azione opposta (processo ‘incongruente’).
Osservare un’altra persona che compie la stessa nostra azione può influenzare fortemente la nostra esecuzione del movimento (Iacoboni et al., 1999), in quanto possiamo tendere a fare da soli o ad imitare i gesti che vediamo fare all’altro.
I tempi di reazione sono tipicamente più lenti nelle prove incongruenti rispetto alle prove congruenti, perché nel primo caso si vengono a creare conflitti nella rappresentazione motoria attivata. Questa differenza nei tempi di reazione tra prove incongruenti e congruenti è stata utilizzata come indice di imitazione automatica.
Risultato: I partecipanti hanno imitato il partner romantico con una frequenza significativamente maggiore rispetto a quanto hanno fatto per gli amici intimi del sesso opposto.
Lo stile di attaccamento, in particolare, quello ansioso, ha giocato un ruolo significativo nel determinare la misura in cui i partecipanti hanno imitato l’altro.
Lo stile di attaccamento ansioso tendeva a sviluppare l’imitazione all’interno della relazione romantica, e molto meno nei confronti dell’amico.
Il desiderio di maggiore intimità con il partner ha comportato in pratica una maggiore condivisione delle reciproche esperienze motorie, per cui, dati i noti effetti positivi dell’imitazione sulla relazione (Bailenson & Yee, 2005) si può dire che l’imitazione del partner può effettivamente essere considerata una strategia di successo per aumentare il senso di appartenenza e di vicinanza.
Dr. Walter La Gatta
Fonte:
Lara Maister, Manos Tsakiris, Maister, Lara, Tsakiris, Manos, Automatic motor imitation in romantic relationships, Cognition, July 2016 DOI10.1016/j.cognition.2016.03.018
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