Genere sessuale X: è nato ufficialmente il terzo sesso?

Genere sessuale X: è nato ufficialmente il terzo sesso?

Terapie Online Giuliana Proietti

La Dr.ssa Giuliana Proietti presta la sua attività professionale su Clinica della Coppia
come Direttrice Scientifica e Terapeuta Senior

 

Dal 1 novembre 2013 la Germania permette che i genitori possano registrare all’anagrafe un neonato senza specificare il sesso di nascita, che resta così “indeterminato”. Oltre alla tradizionale M per maschio e F per femmina, sui documenti tedeschi vi sarà dunque anche una X per il soggetto dal sesso non definito (il quale tuttavia in qualsiasi momento potrà scegliere di farsi classificare ufficialmente come maschio o femmina).

Questo permetterà ai genitori di figli nati con caratteri genitali non completamente definiti (nel senso che presentano caratteristiche un po’ dell’uno e un po’ dell’altro sesso), di non dover ricorrere urgentemente ad una scelta chirurgica invasiva (es. riduzioni del clitoride, rimozione dei testicoli ritenuti, vaginoplastica, o creazione chirurgica di una vagina) per “normalizzare” la situazione anagrafica del proprio figlio.

Questi bambini potranno dunque crescere liberamente in una condizione di “intersessualità” fino a quando non si sentiranno pronti a compiere una scelta definitiva. (Ma potranno anche scegliere di restare “neutri” per tutta la loro vita e rimanere dunque al di fuori dal sistema maschile-femminile).

A23/A2

I bambini intersessuali (o ermafroditi, come si diceva in passato) non sono moltissimi: si stima che riguardino un caso su 5.000. Anche se si tratta di casi non frequentissimi, questi soggetti sono stati studiati e si è visto che spesso, da adulti, appaiono contrariati dalle scelte compiute sulla loro pelle al momento della nascita o nella loro prima infanzia. Queste scelte infatti oltre che invasive sono spesso irreversibili e comportano sterilità e assenza di risposta sessuale.

La decisione di far diventare una persona maschio o femmina per atto chirurgico è da molti considerata inaccettabile, soprattutto se si pensa che non viene generalmente compiuta per favorire un processo di guarigione, o il raggiungimento di un migliore stato di salute, ma solo per accogliere il bisogno della società (una pruderie?) di classificare con certezza l’appartenenza del neonato ad un genere sessuale o all’altro, sciogliendo così ogni ansiogena ambiguità. “Non sono né un uomo, né una donna. Non sono altro che il patchwork di lividi e cicatrici creato dai medici” ha dichiarato un soggetto intersex secondo quanto riporta Fox News.

Nel 2009, una Corte regionale di Colonia ha riconosciuto più di 100.000 euro di danni ad una persona intersessuale cresciuta come maschio, cui era stato rimosso l’utero durante l’adolescenza (si è riconosciuto infatti che il medico aveva violato il diritto alla salute e all’autodeterminazione del paziente).


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Con questa riforma dunque ci si aspetta che a breve possa diventare possibile non essere costretti a riconoscersi come maschi o femmine in presenza di caratteri sessuali non definiti, ma questo potrebbe essere anche il primo passo verso una importante rivoluzione giuridica e sociale, con conseguenze ben più ampie di quelle che oggi possiamo immaginare.

Su Süddeutsche Zeitung il giurista Heribert Prantl ha, non a caso, scritto che «D’ora in avanti, la legge tedesca riconosce che non ci sono solo uomini e donne» e molte altre leggi dovranno essere messe a punto per completare questa riforma.

Un esempio? Il matrimonio. Un intersessuale infatti non potrebbe regolare la sua vita di coppia con le attuali norme, visto che per legge si possono sposare solo persone di sesso diverso, mentre le unioni civili sono state create per consentire le unioni fra soggetti dello stesso sesso.

Qualunque sia il problema che state affrontando

Molti media hanno parlato in questi giorni della nascita del “terzo sesso”: in verità il concetto di terzo sesso fu coniato inizialmente per spiegare l’omosessualità, o meglio il transessualismo. Il termine infatti iniziò ad essere usato a partire dal 1860, con gli scritti di Karl Heinrich Ulrichs, che definì questo nuovo genere sessuale usando parole latine: “Anima muliebris corpore virili inclusa” (Un’anima femminile imprigionata in un corpo maschile). Il “terzo sesso” dunque storicamente è un concetto del tutto differente da quello che riguarda l’intersessualità, ma che in effetti può essere usato con efficacia per definire questa nuova sensibilità nei confronti delle persone che, oggi per motivi biologici, domani forse per ragioni più psicologiche che organiche, non riescono a classificarsi in un genere sessuale o nell’altro.

Gli altri Paesi che hanno legiferato sul “terzo sesso” sono: Australia, Bangladesh, India, Nepal e Nuova Zelanda. In India, Bangladesh e Pakistan sono comunemente accettati gli Hijra, cioè degli individui nati maschi che poi con il tempo hanno assunto un ruolo sociale femminile. Essi vengono considerati dei partner sessuali accettabili per gli uomini, purché questi ultimi mantengano un atteggiamento attivo nei loro confronti.

Si tratta di un «primo passo nella direzione giusta» per l’attivista Lucie Veith, che vuole proteggere i diritti umani dei soggetti intersessuali. La Veith del resto è direttamente coinvolta in questa battaglia, visto che si è ritenuta donna fino ai suoi 23 anni, cioè fino a due anni dopo il suo matrimonio, celebrato in Chiesa, quando scoprì di essere in realtà un uomo. Dice infatti la Veith che «sostenere al giorno d’oggi che ci sono solo due sessi è come dire che il sole gira intorno alla terra e la terra è piatta».

 

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Dove stiamo andando? Quello che appare evidente è che il successo di questa battaglia civile non si fermerà probabilmente al caso, in fondo abbastanza raro, degli ermafroditi: sembra molto più logico pensare che questo non sia che un primo passo che l’Europa si accinge a compiere per infrangere un nuovo tabù culturale: quello del duopolio dei sessi.

Mentre nel Nord Europa si discute di questi temi, in Italia non abbiamo ancora deciso come pensarla sulle unioni omosessuali… Nozze si, nozze no?

Dr. Giuliana Proietti

“Non si progredisce migliorando ciò che è già stato,
bensì cercando di realizzare ciò che ancora non esiste”.
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Pubblicato anche su Huffington Post

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Di Dr. Giuliana Proietti

Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona ● Attività libero professionale, prevalentemente online ● Saggista e Blogger ● Collaborazioni professionali ed elaborazione di test per quotidiani e periodici a diffusione nazionale ● Conduzione seminari di sviluppo personale ● Attività di formazione ed alta formazione presso Enti privati e pubblici ● Co-fondatrice dei Siti www.psicolinea.it, www.clinicadellacoppia.it, www.clinicadellatimidezza.it e delle attività loro collegate, sul trattamento dell’ansia, della timidezza e delle fobie sociali e del loro legame con la sessualità. Sito personale: www.giulianaproietti.it La Dr.ssa Giuliana Proietti presta la sua attività professionale su Clinica della Coppia come Direttrice Scientifica e Terapeuta Senior.

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