I figli di coppie lesbiche: risultati di uno studio longitudinale
Sono stati resi noti i risultati di uno studio longitudinale (cioè che segue nel tempo l’evoluzione di un determinato gruppo di soggetti, identificati in base ad una determinata caratteristica, che in questo caso è quella di essere figli di una coppia lesbica).
Lo studio di coorte prospettico National Longitudinal Lesbian Family Study (NLLFS) segue nel tempo questi soggetti, per identificare il loro stile di vita ed i particolari fattori di rischio che li riguardano.
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Il primo dato emerso è che gli adolescenti figli di una coppia lesbica hanno meno probabilità dei loro coetanei di essere stati abusati da una figura genitoriale. Nessuno dei 78 adolescenti valutati ha segnalato alcun abuso, fisico o sessuale, da parte di un genitore o di altri familiari. Ciò contrasta con le ricerche condotte su un ampio campione di americani, nel quale si è visto che il 26% di tutti gli adolescenti americani sono vittime di abusi fisici e l’ 8,3% di abusi sessuali (US Office of Juvenile Justice and Delinquency Prevention’s National Survey of Children’s Exposure to Violence, Finkelhor et al, 2009).
La ricercatrice Nanette K. Gartrell, professore associato clinico presso il Dipartimento di Psichiatria e Centro di Eccellenza nella salute delle donne presso l’Università di California-San Francisco nota anzitutto che questi figli non sono nati in famiglie dove erano presenti maschi adulti. La ragione profonda di questa differenza nei risultati dunque, spiega la ricercatrice, è che “l’abuso sessuale dei bambini che si verifica all’interno della casa è in gran parte commesso da maschi adulti eterosessuali”.
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L’analisi ha inoltre rilevato che, sebbene quasi il 20% delle ragazze con due mamme abbia dichiarato di sentirsi bisessuale, esse avevano avuto una maggiore probabilità, rispetto alle coetanee figlie di una coppia eterosessuale, di aver partecipato ad attività dello stesso sesso con coetanee, ma nessuna di loro si è identificata come “prevalentemente omosessuale”.
Ricerche precedenti avevano stabilito che non vi sono differenze significative nel benessere psicologico tra i figli di genitori lesbiche e eterosessuali, ma finora vi erano dati molto limitati sugli orientamenti, i comportamenti ed i rischi sessuali di questi soggetti.
“Da decenni si parla dei genitori dello stesso sesso riguardo ad argomenti come la parità nel matrimonio, l’affido e l’adozione”, ha aggiunto la Gartrell. “Ai genitori lesbiche e gay è stato negato l’affidamento dei figli, è stata negata la possibilità di adottare, pensando che loro, come genitori, avrebbero abusato dei loro figli o che i loro figli sarebbero cresciuti come omosessuali“.
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Il NLLFS è stato avviato nel 1986 per valutare un gruppo di 84 famiglie lesbiche, dal concepimento dei bambini fino all’età adulta. Questo è “lo studio prospettico più lungo attualmente in corso su una famiglia composta da genitori omosessuali, con un tasso di ritenzione del 93% fino ad oggi.”
In precedenza i risultati di questo studio avevano mostrato che i bambini in queste famiglie erano bene educati e bene inseriti socialmente con i coetanei (all’età di 5 anni) e che non avevano avuto problemi psicologici o di sviluppo all’età di 10 anni e a 17 anni, rispetto ai loro coetanei di età corrispondente. Quando i bambini avevano 10 anni, le madri avevano riferito che nessuno era stato fisicamente o sessualmente abusato da un genitore, o da altre figure familiari che si prendevano cura di loro.
Per questa analisi, i ricercatori hanno valutato le esperienze di vita sessuale attraverso questionari on-line riservati, destinati a questi figli adolescenti (39 ragazze e 39 ragazzi, tutti di 17 anni) di madri lesbiche. Tutti sono stati concepiti con l’inseminazione da donatore e il 47% risiedeva nella regione nord-orientale degli Stati Uniti, il 43% negli USA dell’ovest, il 9% al Sud, e l’1% nel Midwest.
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Nel questionario, gli adolescenti sono stati interrogati anche riguardo ad eventuali abusi subiti.E’ stato inoltre chiesto loro di specificare la propria identità sessuale secondo la scala Kinsey. E’ stato inoltre valutato il loro comportamento sessuale, l’età della prima esperienza, l’uso di contraccettivi, le eventuali gravidanze.
Il gruppo di studio è stato inoltre confrontato con un gruppo di adolescenti corrispondenti (235 ragazze e 199 ragazzi) estratti a sorte dal sesto ciclo dello studio National Survey of Family Growth (NSFG).
I risultati hanno mostrato che, nel campione NLLFS , il 18,9% delle ragazze adolescenti e il 2,7% dei ragazzi adolescenti si erano auto-valutati come bisessuali [p = 0,034], mentre lo 0% delle ragazze e il 5,4% dei ragazzi si erano dichiarati “prevalentemente o esclusivamente omosessuali“.
Sebbene il gruppo globale NLFFS era di età significativamente più elevata nel momento del loro primo contatto eterosessuale, rispetto ai figli di coppie eterosessuali, i figli maschi NLFFS sembra che abbiano minori probabilità di essere eterosessuali attivi rispetto ai maschi del gruppo di controllo.
Per quello che riguarda le figlie femmine, anche se le ragazze NLFFS avevano significativamente più probabilità di avere avuto un contatto tra persone dello stesso sesso rispetto alle ragazze NSFG, non vi era alcuna differenza significativa per questo fattore tra le ragazze NLFFS e le ragazze NSFG.
“Non siamo stati sorpresi di trovare che quasi 1 su 5 figlie si identificano come bisessuali, perché la ricerca ha mostrato una maggiore fluidità sessuale nelle giovani donne”, ha spiegato la Gartrell.
Il prossimo programma di follow-up è studiare questi figli quando avranno 25 anni di età, per “valutare la stabilità del loro comportamento sessuale e dell’orientamento”. Sarà anche interessante vedere il successo di questi ragazzi nei loro percorsi formativi, professionali e di relazione.
Fonte: Arch Sex Behav. Pubblicato online il 6 novembre 2010, via Medscape
Dr. Giuliana Proietti
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Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
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● Co-fondatrice dei Siti www.psicolinea.it, www.clinicadellacoppia.it, www.clinicadellatimidezza.it e delle attività loro collegate, sul trattamento dell’ansia, della timidezza e delle fobie sociali e del loro legame con la sessualità.
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Il 5% se non mi sbaglio è linea con le statistiche ufficiali dell'OMS, certo resta da capire da cos'è dovuta la differenza percentuale tra figli di lesbiche e di etero: se i primi sono maggiori solo perché si sentono più liberi di essere ciò che sarebbero naturalmente (a differenza dei figli di eterosessuali) o se invece nel loro sviluppo maschile l'assenza di una figura maschile inficia di più lo sviluppo della mascolinità.
Detto in altre parole:E' difficile fare un paragone fra l'orientamento sessuale dei figli delle coppie lesbiche e dei figli del campione di controllo, perché per mettere a confronto due gruppi, occorre che questi siano uguali in tutto, tranne che per la variabile che si intende misurare (in questo caso essere figli di coppia lesbica o di un gruppo casuale della popolazione generale).I ricercatori evidenziano la differenza di età al momento del primo rapporto sessuale (i figli di coppia lesbica hanno il primo rapporto quando sono più grandi di età, rispetto agli altri) perché questa differenza fra i due gruppi potrebbe rendere i dati non significativi (dal punto di vista rigorosamente statistico). E' ovvio che chi ha iniziato prima ad avere una vita sessuale attiva è diverso da colui che ha appena iniziato, o che comunque ha avuto minori partners e minore esperienza…Secondo punto: da questa ricerca emerge che le FIGLIE della coppia lesbica non sono MAI completamente omosessuali: nell'80% dei casi (circa) sono ETEROSESSUALI, nel 18,9% dei casi sono BISEX.I FIGLI MASCHI invece sono nel (circa) 92% dei casi ETEROSESSUALI, nel 5,4% OMOSESSUALI, nel 2,7% BISESSUALI.Rispetto al gruppo di controllo i figli maschi di coppia lesbica hanno una percentuale di omosessualità MAGGIORE rispetto al gruppo di controllo.***Results showed that, among the NLLFS sample, "18.9% of the adolescent girls and 2.7% of the adolescent boys self-rated in the bisexual spectrum [P = .034], and 0% of girls and 5.4% of boys self-rated as predominantly-to-exclusively homosexual," report the investigators.Although the overall NLFFS group was significantly older than the NSFG controls at the time of their first heterosexual contact, the NLFFS boys were also significantly less likely to have been heterosexually active than the NSFG boys.
Cosa vuol dire che i "figli maschi NLFFS sembra che abbiano minori probabilità di essere eterosessuali attivi"? che è più facile che siano gay o che, pur essendo eterosessuali, fanno sesso più tardi e con meno partner?