Sesso, bugie e farmaci: quale è il nesso?
Sebbene molti farmaci, dagli antidepressivi ad alcune varianti del Viagra, siano stati ufficialmente considerati privi di ogni efficacia, le case farmaceutiche, secondo l’autorevole British Medical Journal, stanno cercando di espandere i loro mercati creando “malattie” là dove ci sono semplicemente dei disagi psicologici e sociali, che richiederebbero l’intervento di uno psicologo piuttosto che di un trattamento medico.
Prendiamo ad esempio la mancanza di desiderio femminile: numerosi studi, finanziati dalle case farmaceutiche hanno “dimostrato” che il fenomeno è esteso e che necessita di cure. Un fenomeno questo ben descritto nel libro Sex, Lies and Pharmaceuticals, di Ray Moynihan.
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Secondo l’autore di questo libro le cifre che sono state fatte sono particolarmente stravaganti: nel 1999 è stato affermato che il 43% delle donne soffre di disfunzioni sessuali. Due degli autori di questo studio hanno ammesso legami finanziari con le case farmaceutiche.
Nel 2005 uno studio finanziato dalla Pfizer, la casa produttrice del Viagra, concluse che un terzo delle donne dell’Europa del sud non erano interessate al sesso e che il 40% delle donne del sud est asiatico non riuscivano a raggiungere l’orgasmo.
Si tratta di cifre non rapportate al numero totale della popolazione: quando le cifre vengono considerate secondo la frequenza statistica in rapporto alla popolazione generale la cifra subisce un crollo.
Per promuovere i loro prodotti sono stati elaborati specifici test che misurano il desiderio sessuale (“sexual desire screener”) in pochi minuti.
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Non mancano poi i corsi di formazione delle compagnie farmaceutiche ai medici: Moynihan ha scoperto ad esempio che la Pfizer ha finanziato un corso della durata di mezza giornata in tutti gli USA nel quale si affermava che il 63% delle donne soffre di scarso desiderio sessuale e che in questi casi il testosterone e il sildenafil (Viagra), insieme ad una terapia comportamentale, si mostrano molto di aiuto.
Pfizer non ha concesso interviste a Moynihan, ma gli ha rilasciato una dichiarazione nella quale attesta che nei passati quindici anni essa ha studiato a fondo il problema della FSD [female sexual dysfunction] cercando di scoprirne le cause.
Le medicine prodotte tuttavia non hanno funzionato.
Il problema è che, di fronte alla pressante richiesta dell’utenza di trovare una soluzione alla mancanza di desiderio della donna, i medici si sentono sprovvisti di strumenti terapeutici adeguati e dunque vedono di buon occhio la produzione di questi farmaci, per poter avere una risposta adeguata da offrire ai loro pazienti.
Ciò detto, non si può concludere neanche affermando che il problema non esiste e dunque è giusto che si investa per cercare dei rimedi possibili, sia in campo psicologico che farmaceutico, ma possibilmente senza ingannare le donne e senza nuocere alla loro salute.
Dr. Giuliana Proietti
“Non si progredisce migliorando ciò che è già stato,
bensì cercando di realizzare ciò che ancora non esiste”.
(Khalil Gibran)
Fonte: The Guardian
Immagine: copertina del libro Sex, Lies and Pharmaceuticals

Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona
● Attività libero professionale, prevalentemente online
● Saggista e Blogger
● Collaborazioni professionali ed elaborazione di test per quotidiani e periodici a diffusione nazionale
● Conduzione seminari di sviluppo personale
● Attività di formazione ed alta formazione presso Enti privati e pubblici
● Co-fondatrice dei Siti www.psicolinea.it, www.clinicadellacoppia.it, www.clinicadellatimidezza.it e delle attività loro collegate, sul trattamento dell’ansia, della timidezza e delle fobie sociali e del loro legame con la sessualità.
Sito personale: www.giulianaproietti.it