Ma l’orgasmo femminile a cosa serve?

Ma l’orgasmo femminile a cosa serve?

Dr.ssa Giuliana Proietti
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L’orgasmo femminile è stato oggetto di un acceso dibattito scientifico fra gli evoluzionisti, che recentemente si è ancor più intensificato.

Infatti, mentre l’orgasmo maschile è spiegabilissimo in termini evolutivi, cioè è semplice, pratico, funzionale allo scopo della riproduzione, l’orgasmo femminile rimane ancora un mistero.

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Inoltre, mentre l’orgasmo maschile si riscontra in tutte le specie dei primati, l’orgasmo femminile non si osserva in tutte le specie: le femmine dei gibboni, ad esempio, non lo provano.

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Anche fra gli esseri umani ci sono notevoli differenze: gli uomini lo provano quasi tutti, le donne molto meno, tanto che una su dieci non conosce questa esperienza.

Ora, se l’orgasmo femminile fosse utile a mantenere un rapporto più stretto con il proprio compagno, in modo da assicurare attenzioni e cure ai figli, all’interno di una famiglia, oppure migliorasse le possibilità di riproduzione o anche servisse per capire se il compagno che la donna si è scelto sia virile o meno, esso avrebbe un senso nel discorso dell’evoluzione e dovrebbe essere anche un’esperienza diffusa e facile da raggiungere…

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La realtà è invece che molte donne l’orgasmo non lo provano neanche, eppure possono essere madri. Inoltre lascia non poco perplessi il fatto che molte donne raggiungano l’orgasmo unicamente con la stimolazione del clitoride, senza la penetrazione. Se l’orgasmo femminile avesse lo scopo di incoraggiare il rapporto penetrativo, le cose non dovrebbero andare diversamente?

Nel 2005 Elisabeth Lloyd  pubblicò un libro sull’argomento The Case of the Female Orgasm (Il caso dell’orgasmo femminile), spiegando che esso non aveva alcuno scopo ai fini dell’adattamento. L’autrice sosteneva che l’orgasmo fosse un sottoprodotto accidentale, come lo sono i capezzoli degli uomini, i quali certamente non servono per allattare (e dunque a cosa servono?). Un’idea plausibile, quella della Lloyd, ma non provata ancora sperimentalmente.

I ricercatori Brendan Zietsch della University of Queensland, genetista, e Pekka Santtila della Abo Akedemi finlandese hanno dunque ideato una ricerca per valutare questa ipotesi (la loro ricerca è sul numero di settembre di Animal Behavior).

 

Esaminando 1.803 coppie di gemelli di sesso opposto e 2.287 coppie di gemelli dello stesso sesso, essi hanno chiesto ai partecipanti allo studio la frequenza e la facilità con cui raggiungono l’orgasmo. Il loro ragionamento è questo: se l’orgasmo femminile fosse evolutivamente collegato a quello maschile, i gemelli di sesso diverso dovrebbero avere una funzione orgasmica simile.

Ma questo non è ciò che essi hanno scoperto. Si è visto infatti che la funzione orgasmica è condivisa fra gemelli dello stesso sesso, ma non fra gemelli di sesso diverso (cioè le donne provavano lo stesso tipo di orgasmo delle sorelle, gli uomini dei fratelli, ma non dei loro gemelli di sesso diverso, anche se con essi condividono il loro materiale genetico). La genetica di base, e quindi le pressioni evolutive sottostanti, appaiono diverse; pertanto i ricercatori Zietsch e Santtila non ritengono che l’orgasmo femminile possa essere un sottoprodotto della selezione.

Forse l’orgasmo femminile potrebbe essere stato importante in un lontano passato, anche se ora è divenuto irrilevante, sotto l’aspetto evolutivo (una donna può fare figli o adattarsi all’ambiente anche se non prova l’orgasmo).

La base evolutiva dell’orgasmo femminile rimane dunque un mistero e speriamo che, grazie a tutte queste ricerche e studi sull’argomento, prima o poi ne riusciremo a sapere di più.

Dr. Giuliana Proietti

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Fonte:

Genetic analysis of orgasmic function in twins and siblings does not support the by-product theory of female orgasm.” By Brendan P. Zietsch, Pekka Santtila. Animal Behavior, Sept. 3, 2011, via Wired

Immagine:

Pexels

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Ultimo aggiornamento eseguito: Set 8, 2021 @ 8:32

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