Un uomo più grande di lei – Consulenza online

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Dr. Walter La Gatta Consulenza online

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A cura di:
Dr. Walter La Gatta
Psicoterapeuta Sessuologo
ONLINE, VIA SKYPE – WHATSAPP
Tel. 348 3314908

Ho avuto una relazione di tre anni con un uomo più grande di me di dieci anni. Sin dai primi mesi sono venute fuori alcune sue paure relative alle relazioni profonde e impegnative. A causa di una storia familiare complessa, con una madre depressa -e quindi assente- e un padre accondiscendente -quasi una vittima- lui ha sempre temuto le relazioni, ritenendole delle gabbie in cui uno dei due prima o poi diviene succube dell’altro.

Si diceva però consapevole di questa sua tendenza a restare nella sua comfort zone – ovvero vivere da single- e sosteneva che fosse una vita più comoda ma non appagante, per cui aveva deciso di superare questa condizione impegnandosi a vincere ansie e paure, forte del sentimento che lo legava a me.

Nell’ultimo anno di relazione a causa della pandemia e dei rispettivi -ma soprattutto miei- problemi lavorativi pian piano si è distaccato – in modo silenzioso, perchè di fatto stavamo insieme come sempre, anche se meno affiatati rispetto ai primi tempi- fino a decidere poche settimane fa di troncare, pur giurando di amarmi e di non volermi abbandonare, ma di non riuscire a condividere con me emozioni nè ad essere empatico rispetto alle mie preoccupazioni, a causa delle quali si sentiva prigioniero della relazione, temendo di incappare in nella dinamica relazionale familiare, da lui percepita come una prigione.

Io sono convinta di amarlo e soprattutto sono convinta del fatto che si tratti di problemi superabili -come d’altronde lui stesso ha sempre sostenuto con forza- però ora sembra di nuovo focalizzato su se stesso e sul suo lavoro, e non lascia intravedere ripensamenti. Non so come comportarmi.


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Gentilissima,

Se proprio ci tiene a questa persona, che evidentemente fugge da qualsiasi responsabilità e manca di sentimenti empatici, non so se per narcisismo o per lo sviluppo di fobie relative alla associazione famiglia-prigione, dovrebbe proporgli un tipo di relazione più aperta.

Una relazione forte la si può infatti avere anche senza la convivenza, senza una totale condivisione degli interessi e delle preoccupazioni, senza troppe gelosie, senza interessi economici in comune.

In questo caso ciascuno dei due coltiva comodamente il suo orticello e, occasionalmente, va a visitare quello dell’altro, e viceversa.

Non è possibile fare progetti di famiglia o cercare appoggi reciproci ma, ad esempio, in queste relazioni la sessualità è in genere molto appagante, così come il (poco) tempo trascorso insieme è in genere di buona qualità.

E’ questo quello che anche lei desidera? Se sente di avere altri progetti per il futuro, se non è questa la relazione che vorrebbe, sarebbe sbagliato cercare di convincere lui o se stessa che si può cambiare per soddisfare i desideri dell’altro: è vero, si può cambiare, ma con grandi costi personali e tanti rimpianti, che poi inevitabilmente tornano a gravare sulla coppia.

La decisione sul comportamento da tenere non può dunque prescindere da un’attenta analisi dei suoi bisogni e dei suoi desideri.

Dr. Walter La Gatta


Walter La Gatta


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