Il porno sta cambiando la nostra sessualità?
La letteratura scientifica sulla pornografia non è come quella sui cambiamenti climatici, dove praticamente tutti i ricercatori sono d’accordo sul quadro generale: il porno per alcuni accademici rappresenta una crisi importante che riguarda la coppia e la salute pubblica, per altri è un semplice passatempo, spesso innocuo, oltre che un aiuto per chi non ha una buona relazione di coppia. Dove è la verità? Ecco alcuni dati e considerazioni.
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Quanto è diffuso il porno?
Moltissimo. Pornhub, il più grande sito porno su Internet, ha riferito nella sua revisione annuale del 2018 che il sito ha ricevuto oltre 100 milioni di visite al giorno. I suoi server elaborano 962 ricerche di video porno ogni secondo.
Quante persone utilizzano la pornografia?
Una revisione del 2019 ha rilevato che la maggior parte degli uomini (dal 64 al 70 %) e una percentuale minore di donne (dal 23 al 33 %) usano la pornografia (Dwulit D & Rzymski P.2019). Secondo un’altra recensione, sempre del 2019, circa il 31% delle giovani donne adulte e l’87% dei giovani maschi adulti ammette di fare uso di pornografia (Mecham NW, et al. (2019). L’utilizzo dei materiali pornografici, dunque, dovrebbe riguardare più o meno 7 uomini su dieci e 2/3 donne su dieci.
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Ci sono differenze nel modo in cui uomini e donne consumano la pornografia?
Secondo l’Institute for Family Studies, le donne hanno da tre a quattro volte maggiori probabilità degli uomini di guardare il porno con un partner, mentre gli uomini tendono a usarlo da soli. (Carroll JS., 2017).
Il porno può causare disfunzione erettile?
Non tutti i ricercatori sono d’accordo su questo punto perché molti di loro mettono in discussione gli approcci che sono stati utilizzati per misurare il consumo di pornografia: essi variano notevolmente da una ricerca all’altra e, per questo, i dati ottenuti potrebbero non essere così affidabili. (Kohut T, et al. (2019).
C’è poi da dire che gli studi su questo argomento sono molto contrastanti: i più dicono che i consumatori di pornografia vanno incontro a diverse disfunzioni sessuali, mentre altri sostengono che gli uomini che guardano regolarmente il porno possono avere prestazioni sessuali migliori perché hanno sviluppato, grazie al porno, un maggiore desiderio ed eccitazione con i loro partner (N. Praise, J. Pfaus, 2015).
Quale è la dose “giusta” di porno?
Si tratta di una misura individuale: alcune persone trovano eccessiva una visualizzazione alla settimana, mentre altre possono vederlo cinque e più volte al giorno e continuare la giornata come se niente fosse. Nel mondo scientifico si tende a dire che non esiste il “troppo porno”. Solo quando il porno inizia a interferire con le proprie attività e con le relazioni quotidiane, o porta la persona all’isolamento sociale, potrebbe esserci la necessità di rivedere un po’ le proprie abitudini.
Il porno porta al sesso compulsivo?
Si. I ricercatori pensano che Internet renda le persone molto più vulnerabili al comportamento sessuale compulsivo, proprio perché dà loro accesso istantaneo al materiale pornografico. (Blaszczynski A., 2019).
Il porno funge da educazione sessuale per i giovani?
Con la pornografia digitale, i giovani scoprono una miniera di contenuti attraenti, che però sono completamente decontestualizzati dall’esperienza sessuale di qualsiasi persona reale. Il porno non nasce per fare educazione sessuale. Purtroppo però, per molti giovani questa è l’unica fonte di accesso a queste informazioni, e la cosa diventa particolarmente problematica se si tratta di porno violento (piuttosto frequente).
La maggior parte della pornografia riguarda la penetrazione, spesso sin dai primi momenti di un video, con pochissimo tempo per qualsiasi altra cosa: nessun flirt, niente preliminari. L’intimità è assente. Più porno si guarda, più il sesso che si osserva diventa uno standard di comportamento. Poiché, inoltre, non ci sono altri particolari nelle storie, la tendenza è quella di cercare immagini più estreme per diversificare, e questo è particolarmente preoccupante, considerando che i ragazzi ormai accedono alla pornografia intorno ai 10 anni, grazie ai loro smartphone.
Il porno spinge a comportamenti violenti o coercitivi?
Si. Molte donne confessano, in ambito clinico, di essere costrette dai loro uomini a replicare scene viste nella pornografia: questo può da una parte portare gli uomini a una crescente violenza sessuale e le donne a un ritiro dalle esperienze sessuali, che a questo punto non sono più gradite. Naturalmente possono anche esserci coppie in cui questi ruoli sono invertiti, ma sono una minoranza.
I partner accettano volentieri che l’altro faccia uso di pornografia?
Generalmente no. Gli uomini che fanno uso di pornografia, tendono poi a fare continue pressioni alle loro fidanzate e mogli, per ripetere quello che vedono nei filmati porno: rapporti che spesso le donne non desiderano avere. Uno studio del 2018 su donne eterosessuali i cui partner usavano la pornografia ha scoperto che esse hanno iniziato a vedere se stesse e la relazione in modo negativo, una volta che hanno scoperto l’uso del porno da parte del loro partner. (Maas MK, et al., 2018).
Il porno può portare alla depressione?
Si. Uno studio pubblicato in un’edizione 2017 di Society and Mental Health ha suggerito un legame “bidirezionale” tra depressione e visualizzazione di materiale pornografico: in sostanza, ci si masturba perché non ci si sente bene con se stessi, poi non si sta bene con se stessi perché ci si è masturbati compulsivamente con i porno. Questo circolo vizioso può portare alla depressione (Perry SL., 2017).
E’ sbagliato masturbarsi attraverso il porno?
La masturbazione in sé non è sbagliata. Tuttavia, se si riscontra una diminuzione della libido e si fa molto uso di pornografia, il suggerimento è quello di prendersi due settimane di pausa, sia dalla masturbazione che dal porno.
Perché le femministe sono contro la pornografia?
Perché le immagini della pornografia di oggi sono perlopiù immagini crude, di sesso brutale, punitivo, ideato per svilire, umiliare e degradare il corpo della donna. (Gail Dines, 2010)
Dr. Giuliana Proietti
“Non si progredisce migliorando ciò che è già stato,
bensì cercando di realizzare ciò che ancora non esiste”.
(Khalil Gibran)
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Foto di Limon Das, Pexels

Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa di Ancona
● Attività libero professionale, prevalentemente online
● Saggista e Blogger
● Collaborazioni professionali ed elaborazione di test per quotidiani e periodici a diffusione nazionale
● Conduzione seminari di sviluppo personale
● Attività di formazione ed alta formazione presso Enti privati e pubblici
● Co-fondatrice dei Siti www.psicolinea.it, www.clinicadellacoppia.it, www.clinicadellatimidezza.it e delle attività loro collegate, sul trattamento dell’ansia, della timidezza e delle fobie sociali e del loro legame con la sessualità.
Sito personale: www.giulianaproietti.it