Cosa abbiamo sbagliato? Consulenza online
CONSULENZA ON LINE
A cura di:
Dr. Walter La Gatta
Psicoterapeuta Sessuologo
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Tel. 348 3314908
Buonasera, sono sposata da circa dieci anni con uomo con il quale mi fidanzai poco più che ventenne. Quando decidiamo di sposarci, non è per avere figli, ma è per vivere insieme, uniti, e con gioia, benessere. Per me, si sta con qualcuno, se si sta bene. In ogni piccola cosa: parlando di cultura, di pettegolezzi o di profonde confidenze, mangiando un semplice panino o trascorrendo un weekend in pieno relax alle terme con ogni comfort.
Se qualcosa non ci fa stare bene, a mio avviso, si può anche evitare, non è necessario fare tutto con il coniuge.
Fin qui tutto ok, eravamo partiti bene.
Ma…io ho sottovalutato alcuni “segnali”: mio marito a letto, anche durante il fidanzamento, era molto…sfuggente, tendeva ad evitare un rapporto completo, lungo e soddisfacente, fantasioso, vario, giocoso.
Durante il fidanzamento, più che sesso vero e proprio, c’era molto petting, per entrambi piacevole, e nel 10% delle volte, si andava oltre.. eppure, dopo circa 4-5 anni di fidanzamento avevamo occasione di stare insieme spesso, fuori dalla casa dei genitori…ma lui … quasi non ci teneva… Io forse al tempo, non di importanza alla cosa e più che altro preferisco “sognare” un futuro nel quale saremo più aperti, disinibiti.
Appena sposati, io immagino che le cose cambino, ma niente di che.
I rapporti sono brevi, lui era molto emozionato, ed io cerco di non forzarlo…
Più passa il tempo e più si riducono ed io entro in un trip nel quale comincio a pensare di non piacergli, di non essere attraente, sexy, nell’atteggiamento, o abbigliamento o.look …ma ero fuori strada.
Lascio correre.
Alla fine…esplodo: mio marito è ancora chiuso in se stesso, ripiegato su se stesso, non comunica, si chiude in bagno con il cordless di sera, anche per 1 ora intera dopo cena.
Comincio a fare un bilancio: i nostri rapporti intimi, mai particolarmente “strabilianti” sono ogni 2, 3, 4 mesi…e magari durante le ferie che trascorriamo sempre insieme, sono tutt’al più, due o tre in …40 giorni!
Esplodo.
Gli parlo. Tergiversa ma mi promette che nella vacanza nel nostro posto preferito, ci rifacciamo. Infatti… mantiene la “promessa”, una volta e basta! Che delusione!
Continua la mia insoddisfazione, accumulo rabbia.
Decido di parlargli molto più schiettamente, soprattutto sottolineo il fatto che, a volte, tra di noi ci sono carezze, abbracci, massaggi, ma lui non mi ruba nemmeno un bacio passionale, come invece faceva da fidanzato (e con un bacio, io posso anche godere e sciogliermi).
Lui crolla, riconosce che è tutto vero, mi dice di essere fallito, soffre e vorrebbe lasciarmi, si sente “scoperto”, come se avesse capito che la sua ritrosia non mi può più andare bene e lui non può fare nulla per cambiare.
Nel frattempo avevamo notato anche che lui cominciava a soffrire di eiaculazione precoce.
Gli chiedo di rivolgersi ad uno specialista. Lui impiega un anno per farlo, con risultato di ottenere rimedi farmacologici.
Da allora sono circa 4anni che cerco di coinvolgerlo con situazioni più spinte, più giocose, e all’inizio lui partecipa, ma poi riprende a lasciarsi andare. Se io non prendo l’iniziativa, per non mostrarmi “esigente” come una maestra che vuole correggere i compiti, lui lascia passare il tempo, come se non avesse bisogno di avermi.
A mio avviso sarebbe ora di lasciarci.
Lui mi implora di non arrivare a questo.
E siamo ancora insieme ma…distrutti.
Lui proverà ad andare in un altro appartamento… separazione “soft”, una prova, un’ultima spiaggia. Magari, a lui piace e dà serenità vivere solo e tranquillo, senza contatto fisico, per quanto il nostro reciproco affetto sia SCONFINATO.
Chissà.
Io chiedo a voi esperti:
Dove ho sbagliato?
Ho sbagliato a parlare a viso aperto e chiedergli di estirpare il problema alla radice con l’ausilio di esperti medici e psicologi di coppia?
Forse dovremmo vivere serenamente separati, in due case ma continuando a volerci bene e sostenerci senza accusarci a vicenda.
Non so se bisogna rassegnarsi e farsene una ragione, senza insistere, o aspettare con pazienza che la prossima lontananza ci faccia tornare la voglia di stare insieme.
Vorrei sapere, senza mezzi termini, cosa abbiamo “sbagliato” e come smettere di continuare a fare “passi falsi”. Grazie,
Wanda
A+2
Gentilissima,
Alla domanda “dove ho sbagliato” risponderei che lei ha sbagliato nel considerare la vostra vita di coppia come un problema esclusivo di suo marito, dove era lui che doveva rivolgersi agli esperti, lui che doveva risolvere i suoi problemi, mentre lei doveva restare semplicemente in “vigile attesa”. Sicuramente suo marito ha un problema con la vita sessuale, ma il malessere ormai non è più solo suo, è della coppia!
Che dire, infatti, delle frustrazioni ricevute nel tentare di proporsi con giochi solleticanti e ricevere ogni volta un segnale di disinteresse?
Che dire, dalla parte di suo marito, sentirsi inadeguato nella sessualità e avere una moglie che apparentemente non pensa ad altro?
Per questo motivo, la soluzione del problema è in un trattamento congiunto da parte di un terapeuta formato in sessuologia che vi aiuti a mettervi in discussione, a comunicare meglio e a cambiare i vostri atteggiamenti e comportamenti nella vita intima.
In primis c’è da superare lo stress che questa situazione vi ha provocato: non credo che la lontananza sia la strada più efficace per risolvere il problema, ma comunque tentatela. Se non dovesse funzionare, come immagino, sapete quale strada prendere.
Cordialmente.
Dr. Walter La Gatta
La terapia di coppia offre un percorso verso il cambiamento,
immediato e duraturo.
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