Gli afrodisiaci: funzionano davvero?
Cosa significa il termine “afrodisiaco”?
Il termine “afrodisiaco” viene dal nome della dea greca Afrodite, la dea dell’amore, della bellezza, della sessualità, della sensualità, della lussuria e dei giardini (suo equivalente nella religione romana è Venere). Un afrodisiaco è una sostanza assunta allo scopo di esaltare la libido o migliorare le prestazioni sessuali.
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In cosa consiste un afrodisiaco?
Può essere un elettuario, una pillola o un unguento d’origine vegetale e animale, ma può anche consistere in alimenti o bevande considerati eccitanti, tonici o corroboranti. Nel corso della storia, molti alimenti, bevande e comportamenti sono stati ritenuti adatti a rendere il sesso più facile o più piacevole.
Quali sono i più famosi afrodisiaci?
Alcuni presunti afrodisiaci si sono guadagnati una loro reputazione a causa della loro forma: le ostriche, ad esempio. Lo stesso fattore spiega il commercio del corno del rinoceronte, che ha forma fallica. Altri afrodisiaci sono di origine animale e vengono ritenuti efficaci in base alle caratteristiche dell’animale che li possiede: ad esempio il pene della tigre maschio, o del toro.
I medici greci e romani tendevano a suggerire come afrodisiaci principi blandi e naturali. Nel Medioevo e nel Rinascimento si faceva uso di Satyrium hircinum, oppure della mandragola, specie se raccolta in particolari luoghi e circostanze. Nel Settecento si usava la polvere di cantaridina, che sortisce effetti di irritazione e congestione di vie urinarie e genitali, ma che è facilmente fatale se si oltrepassa una certa dose in proporzione al peso corporeo del soggetto umano o animale cui venga somministrata.
Funzionano?
In realtà oggi si può affermare che molti afrodisiaci agiscono come placebo, cioè funzionano solamente perché chi li utilizza è convinto della loro efficacia; da questa convinzione ci si lascia condizionare, ottenendo risultati positivi. Al di là dell’effetto placebo, sostanze utili a stimolare il desiderio e la prestazione sono il testosterone, la yohimbina, la papaverina.
Analogamente, sono considerati afrodisiaci l’alcool e alcune sostanze psicotrope quali le amfetamine, la cocaina, l’ecstasy. Esse rimuovono le inibizioni e provocano stati di eccitazione psichica, ma non sempre, come nel caso dell’alcol, garantiscono buone prestazioni sessuali.
Dr. Walter La Gatta
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