Il Revenge Porn, o porno della vendetta

Il Revenge Porn

Il Revenge Porn, o porno della vendetta

 

Poiché i contenuti sulle piattaforme dei social media sono irrecuperabili e possono riaffiorare in qualsiasi momento (Hai-Jew, 2014 ), i bersagli della vendetta sui social media potrebbero non avere modi per difendersi.

Le persone, in genere, attribuiscono notevole importanza ai loro profili sui social media, curano attentamente ciò che condividono su se stessi e si preoccupano profondamente delle impressioni che gli altri si fanno di loro in base a ciò che postano sulla loro vita e le loro relazioni (Chou & Edge, 2012; Papp et al., 2012 ).

Come attestano esempi altamente pubblicizzati dalla cronaca, la vendetta sui social media può portare a cause legali (Gollom, 2012 ) a posti di lavoro persi ( Workapolis, 2017 ) o anche al suicidio ( Day, 2019 ). Anche quando non comporta conseguenze di questa portata, la vendetta sui social media può danneggiare pesantemente la reputazione sociale di una persona, sia per l’identità online, sia per quella nella vita reale ( Bates, 2017 ).

Il problema nasce anche dal fatto che il sexting (l’abitudine di scambiarsi immagini e video erotici) è ormai una pratica relativamente comune nei rapporti di coppia, specialmente fra i giovani e spesso sono le stesse persone che subiscono il revenge porn ad aver fornito direttamente ai “vendicatori” le immagini che diventano oggetto della diffusione sui social.

Per proteggersi, alcune persone fanno sexting utilizzando il sito di messaggistica Snapchat, dal momento che su questa piattaforma i messaggi vengono cancellati automaticamente dopo alcuni secondi, ma questo non rende ovviamente impossibile fare uno screenshot dell’immagine.

Il Revenge Porn è socialmente molto pericoloso e andrebbe distinto dal sexting: infatti, scambiarsi immagini osé non è reato, non implica deviazioni patologiche, ed è oggettivamente molto diffuso; pubblicare i video o le foto osé per screditare qualcuno, invece,  è tutta un’altra cosa. In Italia non abbiamo ancora una legislazione ad hoc, anche se ultimamente se ne è discusso moltissimo, anche a causa di gravi fatti di cronaca.

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In conclusione, non resta che raccomandare estrema prudenza: pensate, prima di inviare una foto intima che vi riguarda.

Dr. Giuliana Proietti

Giuliana Proietti pagina Facebook

Immagine:
Pxhere

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