Donne arabe: pronte per la rivoluzione sessuale?
Dr. Giuliana Proietti
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Psicoterapeuta Sessuologa
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Ciò che sappiamo al momento sulla condizione femminile nei Paesi Arabi non entusiasma: le donne sono condannate allo status di eterne minori, devono uscire di casa velate, non possono partecipare alla vita sociale insieme agli uomini, non possono guidare la macchina e così via.
Sembra però che qualcosa anche nei Paesi arabi stia cambiando e dunque non sorprendiamoci se la gioventù araba, dopo aver cacciato i dittatori, inizierà una nuova rivoluzione, questa volta sessuale, e diretta dalle donne.
Alcune voci femminili cominciano a farsi sentire in vari modi.
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Nel campo della narrativa spicca il caso di Rajaa al-Sanie (studentessa venticinquenne al momento della prima pubblicazione del libro, che ha subito in Patria notevoli censure), autrice del romanzo Le ragazze di Riad (2008) nel quale descrive l’evoluzione delle donne saudite all’ombra del sistema teologico e arcaico presente in Arabia Saudita.
La trama: quattro giovani studentesse universitarie, di famiglie ricche e privilegiate, sono alla ricerca del vero amore. La città in cui vivono, però, è Riad, capitale dell’Arabia Saudita, e la società nella quale si muovono impone loro un numero infinito di regole e comportamenti, spesso dettati dalla famiglia o dalla comunità che non tengono in considerazione i loro desideri. Attraverso i resoconti di un’anonima narratrice, che invia i propri scritti via internet, l’unico mezzo di comunicazione privato possibile, prendono forma le storie di Qamra, in continua lotta contro le tradizioni familiari e contro la propria debolezza; di Michelle, per metà araba e per metà americana, incapace di sopportare le restrizioni della società saudita e per questo vittima della maldicenza; di Sadim, ferita da un amore che la condizionerà per la vita; e di Lamis, forte e determinata a conquistare sia l’uomo di cui si è innamorata sia la libertà in un altro paese.
Ragazze che condividono la medesima estrazione ma che hanno desideri e caratteri differenti, e per questo riescono a creare una loro piccola comunità, a farsi forza l’una con l’altra, ad imparare dagli errori altrui in un contesto che ne permette pochissimi a chi cerca l’indipendenza. Joumana Hadad (che ha anche un sito personale molto bello e che vediamo spesso sulla TV italiana, ospite del programma di Gad Lerner) ha osato lanciare in Libano la rivista Jasad, che si propone di sfatare i tabù che circondano la sessualità ed in particolare il corpo, maschile e femminile, nel mondo arabo.
Novità vengono anche dai magazines: sulla copertina di Femmes du Maroc, Nadia Larguet, nota presentatrice TV, nel 2009 ha posato nuda ed incinta, coprendo il corpo con le mani, per dare “un’aria di libertà e di modernità al suo Paese”.
Preuve par le miel è invece un romanzo erotico spinto, di Salwa Al-Neimi, una poetessa siriana che vive a Parigi da diversi anni. La “prova del miele”, pubblicato in Italia da Feltrinelli, parla apertamente di sessualità e del piacere femminile in particolare, sulla base di una letteratura erotica araba che oggi viene in gran parte trascurata. Il romanzo, fortemente autobiografico, parla di una donna araba e colta, una scrittrice nata e cresciuta a Damasco, poi trasferitasi a Parigi dove lavora all’università e si occupa della biblioteca del dipartimento di Arabistica. Nella sua vita c’è stato un uomo fondamentale, un uomo che le ha aperto un mondo prima sconosciuto, erotico, carnale, pornografico.
La passione per il corpo diventa passione per la parola: clandestine, come i suoi incontri amorosi, sono le letture rapinose dei testi di letteratura erotica araba antica. Il Corano stesso si rivela un trattato sul piacere sessuale e perfino le famigerate fatwàt assumono un’ambiguità che sembra lasciare spazio al piacere. I ricordi dell’infanzia siriana, le memorie di un mondo degli adulti complesso e contorto, fatto di segreti, tradimenti e passioni, le chiacchiere femminili negli hammam, le confidenze delle amiche, tutto diventa materia di una ricerca dentro il mistero fascinoso della carne, di una via della conoscenza che fa appunto del corpo e non dello spirito il mezzo e il fine della ricerca stessa. E Salwa al-Neimi – o la protagonista – intraprende questo percorso proprio perché si sente figlia orgogliosa di un universo culturale profondamente arabo. Ribalta i luoghi comuni sul rapporto tra sesso e Islam, e mostra come nella tradizione araba il piacere sessuale non sia un peccato ma una grazia di Dio, un “assaggio”, un “memento” dei piaceri che ci attendono in paradiso.
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Infine, nella cinematografia, sono stati prodotti film nei quali è possibile trovare i germi della nascente rivoluzione sessuale femminile araba: Qualche esempio:
Amour voilé (trailer), è incentrato sulla vita di Batoul, una giovane musulmana, pediatra nell’ospedale della città, dedita al suo lavoro e ai suoi piccoli pazienti, e del suo piccolo gruppo di amiche. Durante una serata passata in loro compagnia, Batoul incontra Hamza, ed è subito colpo di fulmine tra i due, che non potrebbero essere più diversi. Ritrosa, timida, impacciata e con la testa piena di saldi principi morali l’una, divorziato, avventuriero e affascinante lui, “rimorchiatore per professione”, così lo chiamerà in seguito una delle amiche di Batoul.
La giovane cede alla seduzione di Hamza, e intreccia con lui una relazione sentimentale passionale e segreta, tenuta nascosta alla famiglia e alle amiche. In seguito a tragici avvenimenti, la vita di Batoul non sarà più la stessa, a causa della catena di conseguenze che questa relazione avrà sulla sua vita, e su quella delle persone che le stanno attorno. Il velo del titolo allude chiaramente alla condizione di Batoul in quanto musulmana, che indossa l’hijab solo in alcune, rare occasioni. In particolare, l’hijab scende sul viso della giovane durante la festa del Ramadan e in occasione di un lutto particolarmente doloroso, un’ occasione in cui la religione diventa momento di raccoglimento e di riflessione profonda.
Batoul viene accusata da Hamza di ipocrisia nel momento in cui sceglie di indossare l’hijab per osservare il Ramadan, un’accusa particolarmente dolorosa per la giovane, che in un momento di passione se lo toglie. Curiosamente, il velo viene indossato il più delle volte da Batoul quando deve passare attraverso dei momenti di “pentimento” interno, e sono molto più numerosi i momenti in cui Batoul sceglie di non indossarlo, senza che questo diventi mai un problema per lei.
Il velo per Batoul è anche un modo per sfuggire agli sguardi della gente, un riparo agli occhi indiscreti dei passanti, che serve a sottolineare la sua condizione di donna ferita, ma non è mai una scelta solamente religiosa, dettata da convinzioni escusivamente morali. Inoltre, il film gioca continuamente sul contrasto esistente tra la vita privata di Batoul e quella delle sue amiche, e la vita mondana e festaiola che freme fuori dalle pareti domestiche.
Le cinque amiche rappresentano ognuna uno spaccato della società e della condizione femminile marocchina, in cui troviamo una sposa abbandonata dal marito con due figli, che, indossando una parrucca al posto del velo, trova consolazione alle amarezze della vita nelle braccia di altri uomini, la giovane musulmana che decide di indossare il velo per poter trovare marito, l’amica moralista che sentenzia senza ben conoscere la realtà delle cose.
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Caramel (trailer). Beirut, alcune donne lavorano in un istituto di bellezza: Layale (Nadine Labaki), innamorata di un uomo sposato, Nisrine (Yasmine Al Masri), che sta per sposarsi e non sa come dire al futuro sposo che ha già perduto la verginità, Rima (Joanna Moukarzel), che non riesce ad accettare di essere attratta dalle donne, Jamale (Gisèle Aouad), ossessionata dall’età e dal fisico, e infine Rose (Siham Haddad), che ha sacrificato i suoi anni migliori e la sua felicità per occuparsi della sorella Lili (Aziza Semaan). Nel salone, tra colpi di spazzola e cerette al caramello, si parla di sesso e maternità, con la libertà e l’intimità propria delle donne. Nadine Labaki, insieme protagonista e regista del film, propone un affresco sulle donne, un acquerello a tinte delicate, mai volgari, che tratta però temi di scottante attualità: la guerra, la convivenza tra cristiani e musulmani, il mischiarsi di abitudini ed etnie differenti.
Giuliana Proietti
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Fonti:
La prochaine révolution arabe sera sexuelle et dirigée par les femmes, Monteregieweb
L’amore, la vita, il velo, Arabismo
Caramel, Mymovies
La Terapia di Coppia?
Un regalo perfetto!
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Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
ANCONA FABRIANO CIVITANOVA MARCHE TERNI e ONLINE
● Attività libero professionale, prevalentemente online
● Saggista e Blogger
● Collaborazioni professionali ed elaborazione di test per quotidiani e periodici a diffusione nazionale
● Conduzione seminari di sviluppo personale
● Attività di formazione ed alta formazione presso Enti privati e pubblici
● Co-fondatrice dei Siti www.psicolinea.it, www.clinicadellacoppia.it, www.clinicadellatimidezza.it e delle attività loro collegate, sul trattamento dell’ansia, della timidezza e delle fobie sociali e del loro legame con la sessualità.
Sito personale: www.giulianaproietti.it