• 22 Ottobre 2024 0:24

Osservare le natiche in senso sociologico

Osservare le natiche in senso sociologico

Osservare le natiche in senso sociologico

Dr. Giuliana Proietti

Può un serio intellettuale occuparsi dei glutei femminili e su questi costruire una teoria sociologica sul declino della società occidentale e sull’ascesa dei Paesi emergenti, portatori di nuovi valori e culture, anche dal punto di vista estetico? Si può seriamente capire dove stia andando il mondo partendo dall’osservazione di quelle parti carnose del corpo umano sulle quali ci sediamo, che in francese si chiamano “fesses” ed in italiano “chiappe” ? Apparentemente si, visto che in Francia è appena uscito un libro intitolato La guerre des fesses, che si occupa esattamente di Lato B.

Ricordo che in Italia alla fine degli anni Settanta aveva fatto un certo scalpore il fatto che un sociologo (Alberoni) si fosse interessato di Innamoramento e Amore, ma certo potremmo dire che quella era roba da seminaristi, rispetto agli interessi dei sociologi moderni, senza nulla togliere a questo “La guerra delle chiappe”, che è probabilmente il libro più serio mai scritto sull’argomento.

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Autore del testo è Jean-Claude Kaufmann un sociologo molto popolare in Francia: Direttore della ricerca presso il Centre national de la recherche scientifique (CNRS), ha pubblicato diversi articoli e libri sui comportamenti della vita quotidiana e sulle relazioni amorose tra uomini e donne, come ad esempio come ci si sente la mattina dopo una notte d’amore, vari aspetti della vita coniugale, l’abbigliamento femminile, la sessualità al tempo di Internet, ecc.

L’autore ha scritto questo ultimo libro pensando ai moderni codici di bellezza femminile e a quella che lui chiama la tirannia della magrezza. Un certo numero di donne, dice Kaufmann in un’intervista a La presse, si sentono infelici e a disagio nei loro corpi, per questo motivo. Ha scelto dunque di parlare di questa parte del corpo, perché scrivendo un precedente libro aveva capito che, dopo la prima notte d’amore, le donne hanno spesso l’impressione che l’occhio del loro partner si sia concentrato soprattutto sulle loro natiche. Uno sguardo avvertito in genere come critico e dunque imbarazzante. In molti studi poi, ricorda Kaufmann, è emerso che le donne sono spesso molto critiche nei confronti di sé stesse, specialmente per quanto riguarda questa parte del corpo.

Secondo l’autore, nella cultura occidentale le donne non amano parlare delle loro natiche e non le usano per catturare l’attenzione: per sedurre preferiscono piuttosto una bella scollatura. Nei Paesi del Sud del mondo invece i glutei sono considerati uno strumento di seduzione per catturare l’attenzione degli uomini.


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Gli uomini, secondo il sociologo, sono combattuti fra l’attrazione per la donna esile, che in società appare più elegante e dunque fa fare bella figura, e la donna dalle curve più pronunciate, più carnale e dunque più desiderabile in senso erotico.

La dittatura della magrezza, chiarisce, è una lunga storia: oggi si cerca un capro espiatorio nell’attribuire le ragioni di questa tendenza alle imposizioni volute dal mondo della moda e alle immagini pubblicate sulle riviste femminili. In realtà, dice l’autore, ci sono un certo numero di fattori storici che influiscono su questo comportamento. Nella nostra società, per millenni, il cibo è stato una rarità, in mano solamente ai più potenti e a chi aveva di più. Le curve femminili hanno simbolizzato dunque per lunghi tempi la ricchezza e il potere. Il grasso corporeo veniva, in queste epoche, conservato come una riserva, una sorta di granaio, nel caso in cui vi fosse stata la necessità di attraversare tempi di carestia.Oggi la situazione è stata completamente rivoluzionata dai medici, che hanno cominciato a stigmatizzare il sovrappeso e le dimensioni esagerate del corpo. Controllando la dieta per essere sani, dice ancora il sociologo, il nostro rapporto con il cibo è cambiato, a partire dagli ultimi anni del secolo scorso. La magrezza è divenuta il nuovo imperativo sociale: più si è magri, più si guadagnano punti, in vari settori. Non a caso i ricchi usano oggi la magrezza e l’autocontrollo sul corpo come fattore di distinzione sociale.

Nei paesi dell’emisfero settentrionale dunque, il modello pin up stile Lollobrigida, è andato di moda solo negli anni ’50 del secolo scorso, quando l’Italia riuscì a imporre, per un periodo abbastanza breve, questo contro-modello femminile dalle forme fisiche generose. Una tendenza che, secondo Kaufmann, si sta riproponendo oggi.

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L’autore parla addirittura di “geopolitica dei glutei”, che spiega in questi termini: “la valorizzazione delle curve è molto presente nel Sud del mondo, dove la bellezza di una donna è definita dalla preminenza dei suoi attributi specifici, che provocano il desiderio sessuale. L’emisfero Nord è a favore della magrezza, i glutei sono quasi piatti e il modello di bellezza vede le donne molto sottili”.

“I glutei africani”, osserva, “non sono simili ai glutei del Sud America, dove vi è una ricerca estetica della rotondità, dell’armonia muscolare che esalta le natiche, mentre in Africa queste forme sono più generose. La bellezza tradizionale è espressa nelle curve opulente, ma ora sotto l’influenza del Nord, le pance si sono appiattite e la silhouette è diventata più sottile. Tutto questo contribuisce ad evidenziare i seni e i glutei, che vengono mostrati con fierezza”.

E allora, mentre la vecchia Europa è in pieno declino, il desiderio di imporre più vita, sensualità e colore si afferma soprattutto attraverso le curve delle star che incarnano i nuovi modelli di bellezza cui tutte le ragazze aspirano (stile Beyoncé o Jennifer Lopez). Le donne cominciano a porsi delle domande circa i nuovi codici di bellezza e questa, secondo il sociologo, è un’occasione d’oro per liberarsi dalla tirannia dei codici di bellezza.

La “guerra delle natiche” nasce dunque da questo confronto geopolitico fra modelli di bellezza e (quasi in senso darwiniano…) fra i vari modelli di bellezza del Sud del mondo, che lottano per emergere. E’ anche una guerra delle donne contro i loro corpi: la chirurgia estetica, ricorda l’intellettuale francese, cresce in entrambe le direzioni: sia per chi vuole accrescere le proprie natiche con impianti al silicone, la cui produzione è in crescita sia in Europa che in America, sia per chi le vuole ridurre con la liposuzione.

Il sociologo ritiene che “dobbiamo seguire da vicino le natiche per capire dove sta andando il mondo”: è solo una formula, ammette, ma a suo avviso c’è del vero in questa frase, poiché stiamo assistendo alla fine della egemonia culturale da parte dell’Occidente e all’affermazione di nuovi valori e nuove culture: non sarebbe dunque un caso se sono tornate di moda le natiche molto formose, segnale evidente dell’influenza della crescita dei Paesi del Sud e dell’affermazione di altre culture, che hanno visioni diverse della vita.

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La moda del lato B formoso potrebbe dunque essere un arricchimento, secondo Kaufmann, soprattutto se riuscirà a convincere le donne ad accettare di più il proprio corpo, dal momento che è più saggio cercare di inventare la propria bellezza, anziché adeguarsi ad un codice predefinito.

La bellezza è variegata: questo è il messaggio che l’autore di La guerre des fesses – Minceur, rondeurs et beauté, Jean-Claude Kaufmann, si sente di promuovere.

Dr. Giuliana Proietti


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Pubblicato anche su Huffington Post

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Di Dr. Giuliana Proietti

Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa  ANCONA FABRIANO CIVITANOVA MARCHE TERNI e ONLINE ● Attività libero professionale, prevalentemente online ● Saggista e Blogger ● Collaborazioni professionali ed elaborazione di test per quotidiani e periodici a diffusione nazionale ● Conduzione seminari di sviluppo personale ● Attività di formazione ed alta formazione presso Enti privati e pubblici ● Co-fondatrice dei Siti www.psicolinea.it, www.clinicadellacoppia.it, www.clinicadellatimidezza.it e delle attività loro collegate, sul trattamento dell’ansia, della timidezza e delle fobie sociali e del loro legame con la sessualità. Sito personale: www.giulianaproietti.it La Dr.ssa Giuliana Proietti presta la sua attività professionale su Clinica della Coppia come Direttrice Scientifica e Terapeuta Senior.

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