• 26 Settembre 2025 13:33

Sentirsi rifiutati in amore: sempre più frequente nelle app di incontri

Sentirsi rifiutati in amore: sempre più frequente nelle app di incontri

Dr. Giuliana Proietti - Contatti

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Capita davvero a moltissime persone di essere ferite dal/dalla partner in una relazione sentimentale, o da qualcuno/a per cui si provava una forte attrazione che invece non sembra minimamente interessato/a ad approfondire la relazione. Questo accade sempre più di frequente in chi frequenta le app di incontri. Approfondiamo meglio di cosa si tratta e cosa fare per stare meglio.

Le delusioni in ambito sentimentale sono comuni?

Si. Le delusioni in ambito sentimentale sono molto comuni e non risparmiano quasi nessuno. Eppure, anche se sappiamo che fanno parte della vita, in ambito sentimentale fanno sempre molto male. Questo perché gli esseri umani sono creature sociali, evolutivamente programmate per cercare appartenenza e legami significativi. Quando questi legami si rompono o ci vengono negati, il cervello li interpreta come una minaccia alla nostra sopravvivenza emotiva.

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Cosa succede quando ci si sente rifiutati?

Il rifiuto attiva nel nostro cervello i circuiti del dolore fisico. Questo accade perché, evolutivamente, l’esclusione sociale era pericolosa: essere esclusi da un gruppo significava meno possibilità di sopravvivere. Il dolore psicologico è quindi un segnale che ci motiva a riconnetterci con gli altri. Ma non tutti reagiscono allo stesso modo.

Cosa influenza le reazioni della persona che si sente rifiutata?

Una delle variabili più rilevanti è la sensibilità al rifiuto. Alcune persone monitorano in modo costante i segnali di disapprovazione o distanza emotiva. Questo può portare a interpretazioni distorte, come pensare che un piccolo gesto o una dimenticanza siano segnali di rifiuto. Chi è meno sensibile tende invece a dare il beneficio del dubbio e a cercare il confronto in modo costruttivo.

Chi ha una bassa sensibilità al rifiuto come si comporta con gli altri?

Facciamo un esempio: se un gruppo di amici si incontra per un evento senza avvisare un’altra persona amica, può accadere che quella persona la prenda sportivamente, ma se si tratta di una persona altamente sensibile al rifiuto potrebbe sentirsi esclusa e pensare che il gruppo non lo/la voglia più, chiudendosi in se stesso/a e alimentando sentimenti negativi.

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Come influisce la bassa autostima nelle relazioni?

Le persone con scarsa autostima tendono ad anticipare il rifiuto anche quando non c’è. Questo le porta spesso a non esprimere il proprio interesse verso un’altra persona per paura di essere respinte. Ma in questo modo, possono involontariamente provocare proprio il rifiuto che temono, creando una sorta di profezia che si autorealizza.

Le persone con alta autostima soffrono di meno?

Non significa che non soffrano, ma tendono a interpretare il rifiuto in modo meno personale. Sono più propense a mantenere una visione positiva dell’altro/a e a cercare un confronto costruttivo. Questo atteggiamento può favorire la resilienza e la capacità di mantenere relazioni sane, anche dopo momenti di crisi.

Il dolore del rifiuto può portare a comportamenti distruttivi?

Sì. Il rifiuto può generare emozioni molto intense e, in alcuni casi, portare a reazioni impulsive, rabbia o comportamenti dannosi verso sé o verso gli altri. Alcune ricerche hanno mostrato che le persone che si sentono rifiutate possono diventare più aggressive o persino giustificare comportamenti inaccettabili. Per questo è importante imparare a gestire in modo consapevole il dolore del rifiuto.





Come si può affrontare il rifiuto in modo sano?

Ci sono alcune strategie psicologiche efficaci:

  • Auto-riflessione: chiedersi come la propria autostima e il proprio stile di attaccamento influenzano le proprie relazioni.
  • Comprensione: invece di concentrarsi su ciò che si prova, cercare di capire meglio cosa è accaduto.
  • Consapevolezza: riconoscere la propria sensibilità al rifiuto aiuta a non reagire automaticamente con difesa o chiusura.
  • Comunicazione assertiva: esprimere con sincerità come ci si è sentiti, senza accusare l’altro/a di intenzioni maligne. Ad esempio: “Quando è successo questo, mi sono sentito/a messa da parte.
  • Autocompassione: essere gentili con sé stessə e ricordarsi che il rifiuto non definisce il proprio valore.
  • Evitare generalizzazioni: un rifiuto non è una sentenza, ma un evento circoscritto.

Cosa si può imparare dal rifiuto?

Il rifiuto può essere un’opportunità di crescita. Può aiutare a capire meglio i propri bisogni, a migliorare la comunicazione con gli altri e a costruire una maggiore resilienza. Affrontarlo con apertura, senza chiudersi, può facilitare nuovi legami e relazioni più sane.

Essere rifiutati non significa essere sbagliati. Significa essere umani, vulnerabili e capaci di cambiare. Chi riesce a rimanere aperto alla possibilità di conoscere in futuro altre persone, nonostante il dolore, avrà molte più possibilità di costruire relazioni significative e soddisfacenti.

Dr. Giuliana Proietti

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Foto di Andrea Piacquadio

Di Dr. Giuliana Proietti

Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa  ANCONA FABRIANO CIVITANOVA MARCHE TERNI e ONLINE ● Attività libero professionale, prevalentemente online ● Saggista e Blogger ● Collaborazioni professionali ed elaborazione di test per quotidiani e periodici a diffusione nazionale ● Conduzione seminari di sviluppo personale ● Attività di formazione ed alta formazione presso Enti privati e pubblici ● Co-fondatrice dei Siti www.psicolinea.it, www.clinicadellacoppia.it, www.clinicadellatimidezza.it e delle attività loro collegate, sul trattamento dell’ansia, della timidezza e delle fobie sociali e del loro legame con la sessualità. Sito personale: www.giulianaproietti.it La Dr.ssa Giuliana Proietti presta la sua attività professionale su Clinica della Coppia come Direttrice Scientifica e Terapeuta Senior.

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